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La processione si ferma sotto la casa del boss, sindaco a giudizio

"Accuse infondate", secondo il difensore

Le pressioni sul comandante dei vigili urbani del suo paese, Cerda (Palermo) per far passare la processione del santo patrono davanti a casa di un boss, hanno portato al rinvio a giudizio del sindaco, Salvatore Geraci, che è anche deputato regionale della Lega. Lo ha deciso il Gup del tribunale di Termini Imerese (Palermo), Gregorio Balsamo, che ha mandato a processo anche otto fra commercianti e dipendenti municipali. L’accusa sostiene che Geraci avrebbe tentato di costringere il comandante della polizia municipale a scrivere al questore per far sì che il Venerdì santo del 2022 la processione passasse sotto casa di Giuseppe Biondolillo, condannato per duplice omicidio e in detenzione domiciliare per motivi di salute. Contestazione sempre respinta da Geraci, che in tribunale risponderà però di tentata concussione e abuso d’ufficio. Lui, ex di Sud chiama Nord, fa parte della commissione regionale Antimafia, dopo essere passato col Carroccio.

“Accuse infondate”, secondo il difensore, l’avvocato Vincenzo Lo Re. Gli altri imputati rispondono di fatti diversi: la sagra del carciofo, sempre di due anni fa, sarebbe stata “viziata” da un favore che sarebbe stato fatto ad alcuni commercianti, esentati dal pagamento dei tributi comunali per gli spazi espositivi. Giudizio abbreviato per questo nei confronti degli impiegati Vincenzo Tripi e Antonina Iolanda Iudicello. Processo ordinario per il presidente del Consiglio comunale Mario Dioguardi, per l’ex assessore al Turismo Cristian Vivirito, per il fratello del sindaco, Simone Geraci e per i commercianti Gaetana Castiglia e Salvatore Cappadonia. Sono tutti imputati di fatti diversi dalla processione e dalle irregolarità sulla sagra del carciofo.


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