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Scafista “pentito”: aiuta a ricostruire il traffico e torna libero dopo 3 anni

La difesa ha, infatti, sottolineato che l'imputato ha già scontato quasi interamente la pena (non ancora definitiva) che gli è stata inflitta

Condannato con l’accusa di avere trasportato illegalmente in Italia 48 migranti, torna libero dopo 3 anni di carcere. I giudici del tribunale del riesame di Palermo, pronunciandosi sul ricorso dell’avvocato Gianfranco Pilato, hanno ribaltato la decisione della Corte di appello e rimesso in libertà il tunisino Faouzi Ben Manssour, 44 anni, riconosciuto in foto da tre connazionali sbarcati il 7 luglio del 2021 a Lampedusa. Per questi fatti il presunto scafista è stato condannato, in due gradi di giudizio, a 3 anni e 6 mesi di reclusione.

La difesa ha, infatti, sottolineato che l’imputato ha già scontato quasi interamente la pena (non ancora definitiva) che gli è stata inflitta. Il collegio presieduto dal giudice Annalisa Tesoriere, quindi, gli ha applicato il solo obbligo di firma da adempiere quotidiano in un ufficio di polizia. L’hotspot di Porto Empedocle è pronto, vi porto fra le casette che accoglieranno i migranti. “In quattro guidavano l’imbarcazione con il gps, non saprei riconoscere chi sono gli altri tre. Siamo partiti dalla Tunisia con due barchini, poi trasbordati in una nave più grande. Abbiamo pagato seimila dinari per il viaggio iniziato sulle coste di Sousse, senza acqua, cibo e giubbotti di salvataggio”.

Questo, in particolare, il racconto di uno dei tre tunisini, che aveva aperto interessanti spunti investigativi nella lotta al traffico di esseri umani dall’Africa riconoscendo l’imputato. Gli altri due, invece, avevano fatto perdere le loro tracce prima di potere confermare la loro testimonianza nell’incidente probatorio.


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