Sullo stress termico “il governo Schifani sta mostrando una ipocrisia senza confini. Aderisce formalmente alle richieste di misure a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici, ma nei fatti è inadempiente. Solo chiacchere e niente di concreto. La Cgil non parteciperà più ad alcun confronto su salute e sicurezza se prima non ci saranno atti concreti. E se nelle prossime ore non verrà emanata un’apposita ordinanza regionale andremo alla mobilitazione“: lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia Alfio Mannino.
Un protocollo per limitare i rischi connessi alle alte temperature, soprattutto per chi lavora all’aperto o comunque non ha possibilità di trovare ristoro, è in gestazione da mesi. La sua stesura fu concordata l’11 aprile in un incontro a palazzo d’Orleans. Il 3 maggio si è svolto un vertice all’assessorato al lavoro conclusosi con un nulla di fatto per l’assenza delle associazioni datoriali e il governo promise un altro incontro nel giro di qualche giorno.
“Stiamo ancora aspettando”, afferma Mannino. “A questo punto chiediamo al presidente della regione un’ordinanza, come hanno fatto le altre regioni, che vieti, superati i 35 gradi, il lavoro nella fascia tra le 12 e le 16, cioè durante le ore più calde, per lavoratori impegnati ad esempio nell’edilizia e in agricoltura e in tutte quelle altre attività svolte senza possibilità di riparo agli eventi atmosferici“. L’Inps peraltro con apposita circolare assicura la copertura della cassa integrazione per la sospensione di attività legata al caldo. Il segretario della Cgil sottolinea che “la situazione è esplosiva e non serve una blanda solidarietà in occasione di manifestazioni o fatti di cronaca ma azioni concrete, che continueremo a rivendicare anche con nuove iniziative di lotta“.
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