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Cuoco ucciso nel Ragusano, chiesta condanna in appello a 17 anni

Oltre alla condanna a 17 anni e 4 mesi (in primo grado la pubblica accusa aveva chiesto la condanna a 16 anni), la procura ha chiesto l'interdizione perpetua di Corallo e il versamento di una provvisionale di 10 mila euro a ognuna delle tre parti civili costituite, cioè i tre fratelli di Lucifora

La procura generale ha chiesto oggi alla Corte di Assise d’Appello di Catania (presidente Elisabetta Messina, a latere Sabrina Lattanzio) la condanna di Davide Corallo, per l’omicidio del cuoco modicano 57enne Peppe Lucifora, a 26 anni di reclusione, 17 anni e 4 mesi in ragione del rito abbreviato. L’omicidio venne commesso il 10 novembre del 2019 nella casa di Lucifora in largo XI febbraio a Modica. Il corpo seminudo del cuoco modicano venne rinvenuto all’interno di una stanza chiusa a chiave. Si pensò a un delitto passionale che ipotizzava una relazione tra i due uomini.

Davide Corallo, all’epoca dell’omicidio unico indagato, 41enne e carabiniere, oggi difeso dagli avvocati MIchele Vaira e Piter Tomasello, era stato assolto a marzo 2022 con formula piena dopo avere trascorso 2 anni in carcere. Alla sentenza si era appellata sia la Procura di Ragusa, sia la parte civile, i famigliari di Lucifora attraverso l’avvocato Ignazio Galfo. La procura generale rappresentata da Giovannella Scaminaci, nel corso della requisitoria durata quasi tre ore e mezza, ha sostenuto gli elementi che secondo la pubblica accusa condurrebbero alla colpevolezza di Corallo. Calendarizzate le prossime udienze in cui interverranno parti civili e difese prima della sentenza prevista a gennaio del 2024.

Oltre alla condanna a 17 anni e 4 mesi (in primo grado la pubblica accusa aveva chiesto la condanna a 16 anni), la procura ha chiesto l’interdizione perpetua di Corallo e il versamento di una provvisionale di 10 mila euro a ognuna delle tre parti civili costituite, cioè i tre fratelli di Lucifora.


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