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Picchia la moglie per 7 anni, anche in viaggio di nozze: condannato insegnante

Le avrebbe persino puntato un coltello al fianco perché non gli aveva preparato la seconda portata

Insulta, minaccia e picchia la moglie, anche in presenza del figlio, per sette anni: con queste accuse i giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, hanno condannato a 3 anni di reclusione un insegnante 46enne di Canicattì.

L’uomo, secondo quanto ha accertato il processo, avrebbe iniziato a picchiarla nel 2015 durante il viaggio di nozze a Zanzibar: dopo averla colpita davanti a tutti con uno schiaffo, a causa di un banale litigio, l’avrebbe rinchiusa in camera impedendole di uscire per la cena. Le violenze, commesse anche dopo la nascita del figlio e avvenute in sua presenza, sarebbero proseguite per altri sette anni. Nella lista dei vari episodi contestati anche qualcuno di particolare gravità. Nel 2016 la donna sarebbe stata sbattuta con violenza all’interno della lavanderia dove le avrebbe tappato la bocca con un asciugamano.

I motivi della sua violenza sarebbero stati sempre legati alla gelosia morbosa che lo portava ad attribuirle inesistenti relazioni extraconiugali. L’anno successivo sarebbe andato oltre: mentre trascorrevano la pasquetta in campagna l’avrebbe aggredita mordendola a una guancia perché giudicava poco consono il modo con cui era seduta su una sdraio. La donna, peraltro, era in gravidanza. E poi ancora il lancio di un lume contro la porta e un’aggressione a calci perché, a suo dire, aveva dato eccessiva confidenza a un amico presente alla festa di compleanno del figlio. In una circostanza, inoltre, sarebbe stata picchiata e le avrebbe rotto gli occhiali dopo essere rincasata a suo dire tardi e le avrebbe persino puntato un coltello al fianco perché non gli aveva preparato la seconda portata.


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