Il Tribunale di Marsala (Trapani) ha condannato a poco meno di 30 anni complessivi tutti e sette gli imputati del processo denominato Hesperia, che traeva origine da un’operazione antimafia condotta dai carabinieri, coordinati dalla Dda di Palermo, nei territori di Marsala e di altri paesi della provincia di Trapani come Mazara del Vallo, Campobello di Mazara, Castelvetrano e Paceco e di Partinico (Partinico). Le contestazioni erano di associazione mafiosa, estorsione, turbata libertà degli incanti, stupefacenti, armi, gioco d’azzardo, con le aggravanti di mafia.
Le condanne riguardano Stefano Putaggio, che ha avuto 7 anni (si tratta di un agente immobiliare, ex attivista del M5S); Vito De Vita, che rispondeva di reati collegati alla droga, ha avuto sei anni; Riccardo Di Girolamo e Filippo Aiello cinque ciascuno; Lorenzo Catarinicchia tre anni e sei mesi, Nicolò e Bartolomeo Macaddino un anno e tre mesi ciascuno per esercizio arbitrario delle proprie ragioni (e non per estorsione aggravata, così come contestato dalla Procura antimafia di Palermo). Aiello ha ottenuto la derubricazione del reato, da concorso esterno a favoreggiamento aggravato; nei confronti di Di Girolamo e Catarinicchia il Tribunale ha escluso l’aggravante del metodo mafioso. Altri 27 imputati erano stati condannati in dicembre col rito abbreviato a oltre due secoli di carcere, dal Gup di Palermo. Fra costoro anche il boss Francesco Luppino, che aveva avuto 20 anni perché personaggio fondamentale nella latitanza di Matteo Messina Denaro.
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