Ancora una volta affossata dall’Ars la riforma per le ex province. Le opposizioni avevano proposto di far tornare il disegno di legge in Commissione, ma l’aula ha respinto la richiesta. Si è andati così al voto segreto che con il risultato di 31 a 30 ha portato al nuovo stop. Se ne riparlerà quindi dopo l’Estate, ma tra i banchi dellamaggioranza è iniziata la caccia ai “franchi tiratori”. In Sala d’Ercole è stato approvato, con voto segreto, un emendamento delle opposizioni che ha soppresso l’articolo 1 del disegno di legge. Questo ha provocato la caduta dell’intera riforma.
“La nuova bocciatura della riforma sulle ex Province, per come l’aveva concepita il centrodestra, è la prova delle faide all’interno di questa rissosa maggioranza, dove ognuno va per la sua strada. Ogni volta che si va al voto segreto sono dolori per l’esecutivo, a riprova del fatto che dentro la maggioranza il clima è tutt’altro che disteso e che parecchi deputati che dovrebbero sostenere Schifani non aspettano altro che la prima occasione utile per togliersi qualche sassolino dalle scarpe”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca.
“Avevamo chiesto – continua Antonio De Luca – di votare solo la data delle elezioni di secondo livello per consentire agli enti intermedi di avere finalmente una governance politica, eletta, seppur indirettamente, per chiudere finalmente l’eterna stagione dei commissari e non di stravolgere la normativa. E invece il centrodestra ha mostrato tutta la sua arroganza, incassando una nuova sonora bocciatura sulle ex Province dopo quella di febbraio”. “La maggioranza – conclude Antonio De Luca – è andata sotto per un voto e l’assenza di Schifani nei fatti è stata determinante per le sorti del provvedimento. Speriamo, almeno, che questo gli serva da lezione e gli faccia trovare in futuro più spesso la strada per sala d’Ercole”.
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