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Padre e figlio uccisi su ordine della famiglia, in tre a processo

La prima udienza, davanti alla Corte di assise, è in programma il 26 novembre

L’inchiesta sul duplice omicidio di Gaetano e Salvatore La Placa, padre e figlio uccisi nel 1992 nelle campagne di San Biagio Platani, approda in aula. Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Giuseppe Miceli, ha disposto il rinvio a giudizio dei tre imputati. L’ex procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, lo scorso giugno, prima del suo trasferimento, ha disposto delle perquisizioni nell’ambito dell’inchiesta sul “cold case” e, subito dopo, ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari ovvero l’atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio. Richiesta che è stata ribadita oggi in aula dal pubblico ministero Maria Barbara Grazia Cifalinò. A processo vanno Luigi Costanza, 77 anni di Aragona; Carmela La Placa, 56 anni, e Rosalba La Placa, 67 anni. Carmela e Rosalba La Placa, figlie di Gaetano La Placa, per la procura di Agrigento sarebbero state le mandanti del duplice omicidio. Luigi Costanza, insospettabile e riservato mercatista, è indagato, invece, come esecutore materiale. Il duplice omicidio è avvenuto alle prime luci dell’alba del 14 ottobre 1992. Per gli inquirenti a commissionare il delitto sarebbero stati i parenti più stretti: la moglie e la figlia.

La prima udienza, davanti alla Corte di assise, è in programma il 26 novembre.

L’input per il delitto sarebbe arrivato da Carmela La Placa, che avrebbe manifestato alla madre la volontà di far uccidere il padre Gaetano. Il motivo sarebbe da ricercare in contrasti familiari e, in particolare, l’allontanamento dall’abitazione del genero. A sua volta la madre Rosalia Guadagnano (oggi deceduta) avrebbe acconsentito all’uccisione del marito perché vittima di violenze e maltrattamenti. L’omicidio – sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti – venne così commissionato a Luigi Costanza per un importo di 50 milioni di lire pagati con la riscossione di buoni fruttiferi intestati alla vittima, una jeep e dei cani da caccia. Agli indagati viene contestata la premeditazione del delitto. Sarebbero stati moglie e figlia, secondo quanto ricostruito, ad avvisare il killer non appena Gaetano La Placa, in compagnia di Salvatore, lasciò l’abitazione per dirigersi in contrada Mandralia, a San Biagio Platani. Padre e figlio, a bordo di una Fiat 127, vennero fatti accostare da Costanza che sparò alla testa prima al padre e poi al figlio. I difensori degli imputati (gli avvocati Antonino Gaziano, Anna Mongiovì, Gaetano Timineri e Valentina Buongiorno) non hanno chiesto riti alternativi e il giudice, dopo una breve camera di consiglio, si è pronunciato disponendo il rinvio a giudizio. La sorella e figlia delle vittime, dai cui esposti si è arrivati alla verità, si è costituita parte civile insieme alla figlia con l’assistenza dell’avvocato Salvatore Pennica.


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