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Strage di Altavilla, la difesa della minorenne pone la questione sulla costituzionalità

Il cosiddetto decreto Caivano

Il gup del tribunale dei minorenni di Palermo, Nicola Aiello, ha rinviato al pomeriggio del 26 settembre il processo – in corso col rito abbreviato – alla diciassettenne imputata di avere avuto un ruolo nella strage di Altavilla Milicia, in cui furono brutalmente assassinati la madre della ragazza, Antonella Salamone, e i fratelli Kevin ed Emmanuel Barreca, di 16 e 5 anni. Indagati e detenuti come la giovane sono il padre, Giovanni Barreca, e i due cosiddetti “fratelli di Dio”, Massimo Carandente e la moglie, Sabrina Fina, sotto inchiesta da parte della Procura ordinaria di Termini Imerese (Palermo).

Stamattina il difensore della ragazza ha sollevato la questione di legittimità costituzionale della norma (il cosiddetto decreto Caivano) che ha introdotto il divieto di messa alla prova per i minori imputati, tra l’altro, dei reati di omicidio aggravato e violenza sessuale. La norma sarebbe incostituzionale perché limiterebbe la funzione di riabilitazione dei giovanissimi autori di reati anche gravi. Secondo la Procura minorile la questione è irrilevante e manifestamente infondata e il giudice si è riservato la decisione.


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