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La picchiò per provocarle un aborto, condannato

La pena decisa nei confronti dell'imputato è superiore rispetto ai 3 anni e 6 mesi proposti dal pubblico ministero

Cinque anni di reclusione per l’accusa di maltrattamenti, lesioni aggravate e minacce ai danni della compagna e del suocero. Sono stati inflitti dai giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, nei confronti di un 37enne di Siculiana. La donna, secondo quanto ipotizzato dalla procura, sarebbe stata maltrattata, anche in presenza della figlia minorenne, e costretta a subire la gelosia ossessiva e violenta dell’uomo che l’avrebbe obbligata a cancellarsi dai social, cambiare tre volte numero di telefono e non contattare nessuno senza il suo consenso.

Qui non sei a Milano che puoi fare quello che vuoi… la prossima volta che parli con un timpuluni ti faccio cadere i denti….”. Queste e altre frasi di insulto sarebbero state pronunciate all’indirizzo della donna. Lunghissima la lista delle presunte vessazioni: dalla scarpa tirata contro il volto, alla pretesa (assecondata) di consegnargli 2mila euro. La donna, dopo che era rimasta incinta, sarebbe stata costretta a restare in casa per giorni durante i quali avrebbe provato a convincerla ad abortire.

La situazione sarebbe persino peggiorata dopo il parto: l’imputato avrebbe danneggiato gli ornamenti allestiti in casa per l’accoglienza della bimba e avrebbe impedito di fare una passeggiata col bambino e suo padre. Lo stesso suocero, in una circostanza, sarebbe stato minacciato con un coltello. Nello stesso giorno, ovvero il 4 dicembre del 2021, la compagna sarebbe stata scaraventata con violenza contro lo stipite della porta. Un’altra ipotesi di lesioni aggravate, risalente ad alcune settimane prima, scaturisce dai calci e dai pugni che le avrebbe dato al volto e nelle braccia. La pena decisa nei confronti dell’imputato è superiore rispetto ai 3 anni e 6 mesi proposti dal pubblico ministero Elenia Manno.


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