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L’applauso infinito per Totò Schillaci. In tanti per l’ultimo saluto all’uomo delle Notti Magiche

C’è anche il presidente della Federazione italiana gioco calcio ai funerali di Totò Schillaci, alla cattedrale di Palermo. Accanto a lui il presidente del Palermo Dario Mirri e il sindaco Roberto Lagalla, insieme a migliaia di palermitani

Foto Ansa.it

Un grande applauso ha accolto nella cattedrale di Palermo il feretro di Totò Schillaci, il campione morto a 59 anni. La bara è stata accompagnata dalla famiglia e da migliaia di palermitani. Su un lato una foto che riproduce l’azzurro con la maglia della Nazionale e l’ultimo Schillaci. Sopra le sciarpe e i gagliardetti di Messina, Juventus, della curva nord del Palermo, la maglia numero 19 della Nazionale e Palermo. Il rito è officiato dal parroco della cattedrale Filippo Sarullo.

C’è anche il presidente della Federazione italiana gioco calcio ai funerali di Totò Schillaci, alla cattedrale di Palermo. Accanto a lui il presidente del Palermo Dario Mirri e il sindaco Roberto Lagalla, insieme a migliaia di palermitani.

“Toto’ e’ il volto bello della Palermo che non molla”. Lo ha detto il parroco della cattedrale di Palermo, Filippo Sarullo, nell’omelia per i funerali di Totò Schillaci, davanti a migliaia di palermitani e al presidente della Figc Gabriele Gravina. “Totò ha trasmesso luce – ha aggiunto – anche attraverso i suoi occhi vivi ed eloquenti, amandovi come figlio, marito, papà, fratello, familiare, parente, amico. Ma in tanti oggi sono qui per ricordarlo come il calciatore delle notti magiche, perché ha fatto sognare l’Italia. In questi giorni tanti i messaggi, tanti i pensieri, tante le parole, tanto l’affetto dimostrato da parte del mondo del calcio e dello sport, delle istituzioni e del popolo; è stato un coro unanime di dispiacere, dolore, lacrime, ricordi, che attestano le qualità umane e professionali di un talento, di un fuoriclasse, di un grande della storia umana e calcistica che nasce e muore qui a Palermo, tra gente comune, e vive e si distingue nella scena internazionale, anzi mondiale, come campione prodigioso, una leggenda del calcio”.

Totò è stato “prima di tutto un battezzato, un uomo, un figlio, un fratello, un padre, un marito, un lavoratore, un amico, e da sempre un calciatore, fin da bambino. Totò rappresenta la favola, ha realizzato nella sua vita la favola, senza mai cambiare pelle, rimanendo sempre lo stesso, con l’animo gentile, generoso ed umile di sempre, col cuore grande e la testa sulle spalle di sempre. Ma come l’ha realizzata? Da persona seria e perbene. Non certo rimanendo a guardare o ad aspettare inerme ma guadagnandosela col sudore, il sacrificio, l’impegno, la dedizione, a testa bassa, come fanno i grandi eroi, senza mai chiedere o pensare che sia dovuto. La favola si realizza non attraverso followers e visibilità del momento, ma lavorando in silenzio, con umiltà, credendoci, come ha fatto lui”. Un eroe del pallone, ha proseguito il parroco nella sua omelia, “un eroe della vita, un eroe del riscatto, un eroe che parte dal basso, da un quartiere di borgata, dove per farti spazio devi faticare, devi fare una scelta, sì, una scelta tra la via dei soldi facili e disonesti e la via del lavoro e il sacrificio, la via dell’onestà. Il successo e la fama sono tali se si nutrono di valori come l’ha incarnati lui. L’immagine della Sicilia e della nostra Palermo è proprio questa, fatta di tante donne e tanti uomini che vogliono riscattarsi dalla condizione di miseria e spesso degrado a forza di sacrificio e lavoro, dimostrando a se stessi e agli altri di potercela fare, di poter cambiare un destino, per molti già segnato. Era qualcosa di impensabile il sogno di Totò. Lui ci ha creduto con tutte le sue forze, ostinatamente, andando controcorrente, pronto a tutto, superando ogni ostacolo, ogni avversità, anche contro il parere dei medici che all’età di 13 anni gli diagnosticarono un problema al ginocchio che gli avrebbe impedito di giocare”.

La raccolta di offerte durante il funerale di Totò Schillaci, nella cattedrale di Palermo, sarà destinata al ripristino di un’area insistente nel territorio parrocchiale dove sono presenti spazi per gioco, due campetti, un salone teatro e ambienti per attività di doposcuola e ludiche. Nel territorio, ha spiegato nell’omelia il parroco Filippo Sarullo, “è uno spazio prezioso dove intrattenere bambini, ragazzi e giovani. La finalità è sottrarli alla strada, visto che il territorio non offre nessuno spazio, per dare loro la possibilità di uno luogo sicuro dove studiare, giocare e crescere insieme”. Ristrutturata l’area, uno dei due campetti sarà intitolato a Totò


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