Il Museo delle Trame mediterranee della Fondazione Orestiadi di Gibellina, sabato 12 ottobre (ore 17.00 – Baglio di Stefano) riapre rinnovando parzialmente l’allestimento, e diventa accessibile a tutti grazie all’abbattimento delle barriere fisiche e cognitive. La riprogettazione e realizzazione è stata possibile grazie ad un investimento finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU (PNRR). Il 12 ottobre aderisce alla 20^ edizione della Giornata del Contemporaneo indetta da Amaci e il 13 ottobre sarà aperto con delle iniziative in occasione di F@MU, giornata nazionale delle famiglie al museo.
Il Museo che fin dalla sua nascita ha fatto delle relazioni culturali tra i popoli il focus del suo progetto, ponendo l’individuo al centro della sua ricerca fuori da differenze religiose, sociali, geografiche ed economiche con il nuovo allestimento, si apre a tutti diventando accessibile e inclusivo.
Il Museo è stato corredato: da tavole tattili realizzate in collaborazione con la Stamperia regionale Braille; da video in linguaggio LIS che accompagnano i sordi nel percorso. In esterno i dislivelli sono superati da rampe ed elevatori, all’interno nella sezione di arti decorative, un intervento artistico di Domenico Pellegrino arricchisce i luoghi di sosta predisposti per adulti e bambini, corredati da schermi touch screen sul percorso museale. La Fondazione Orestiadi e il Museo si corredano di nuovo sito internet con differenti modalità di accessibilità: non vedenti, ipovedenti, disabilità cognitiva, cecità, epilessia, ADHD. Tutti i contenuti sono disponibili in quattro lingue.
Il concept del Museo, le Trame mediterranee, rimane inalterato, i supporti didattici chiariscono ulteriormente le basi sulle quali in questi anni abbiamo fondato la nostra ricerca che aperta a tutte le culture del Mediterraneo ha evidenziato i caratteri comuni a tutti i popoli rivieraschi. Per il particolare evento di presentazione di MUSEO/APERTO il percorso si arricchisce di alcuni oggetti di scena del TSE di Eliot rappresentato trent’anni fa da Bob Wilson con musiche di Philippe Glass al baglio di Stefano negli stessi spazi dove due anni dopo, con Ludovico Corrao iniziò l’affascinante avventura delle Trame del Mediterraneo.
Il Museo nasce per mostrare le relazioni tra modi differenti di intendere l’arte a partire dall’abbattimento delle gerarchie tra arti maggiori, pittura, scultura e architettura e arti minori, ceramica, miniatura, tessuti, mosaico, intarsio. Considerando la produzione artistica dell’uomo senza distinzione tra arti maggiori e minori, senza nord e sud.
Esplora la matrice comune delle culture del Mediterraneo nelle decorazioni – geometrie, scritture ed arabeschi – e nelle trasformazioni graduali degli stessi motivi, in diversi luoghi ed epoche. Gli oggetti sono collocati secondo il principio delle sequenze formali: segni e forme diventano la trama del percorso espositivo fuori dal concetto di spazio e tempo, in cui ogni oggetto si lega con un altro secondo gradi di affinità che derivano dalla decorazione, dalla tecnica, dai materiali. Manufatti di uso quotidiano convivono lungo tutto il percorso con opere d’arte contemporanea. Un invito a rompere i pregiudizi su creatività e arti applicate, conducendoci verso una nuova riflessione sul concetto di arte.
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