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Truffava gli anziani in Sicilia ma lui era a Napoli: arrestato

Il truffatore facendosi passare per un militare diceva all'anziano che un suo stretto familiare si trovava in stato di fermo perché aveva causato un grave incidente stradale

È scattata alle prime ore di questa mattina, l’operazione dei Carabinieri della Stazione di Ragusa Ibla che, al termine di una mirata attività di indagine contro i crescenti episodi di truffa agli anziani, hanno tratto in arresto un 26enne napoletano, autore di una serie di truffe agli anziani commesse negli scorsi mesi nel Ragusano. Un sistema ‘collaudato’: le vittime ricevevano una telefonata da parte di un sedicente maresciallo dei Carabinieri. Il truffatore facendosi passare per un militare diceva all’anziano che un suo stretto familiare si trovava in stato di fermo perché aveva causato un grave incidente stradale e che per poter procedere in suo favore si rendeva urgentemente necessario il pagamento di un’ingente somma di denaro. La malcapitata vittima, veniva poi raggiunta presso la sua abitazione da un finto avvocato che doveva “trattare la questione”, e gli consegnava spontaneamente oro e denaro. Il malvivente poi si dileguava facendo perdere le proprie tracce.

È costata però cara al truffatore la propria ingordigia: non pago dei quasi 30.000 euro racimolati in solo tre degli episodi contestati, si è fatto consegnare da un’anziana il proprio bancomat con relativo codice personale, per poi recarsi in diversi sportelli di Ragusa per prelevare importanti somme in contanti ma è stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza.

I Carabinieri di Ragusa Ibla, nel corso degli ultimi quattro mesi, hanno ricostruito i movimenti del malvivente, riuscendo finalmente a procedere nei suoi confronti. La Procura della Repubblica di Ragusa, infatti, condividendone appieno le risultanze investigative prodotte dai Carabinieri, ha richiesto al Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Ragusa l’emissione della misura cautelare in carcere, eseguita stamane dai militari di Ibla tra i vicoli del centro storico del capoluogo partenopeo, con il supporto dei colleghi del Nucleo Investigativo di Napoli. Ma c’è anche un altro allarme: con la cosiddetta tecnica dello “spoofing”, con l’utilizzo di software e applicazioni informatiche, i truffatori falsificano l’identità dell’utenza chiamante, risultando maggiormente credibili agli occhi delle vittime. Inizia a comparire un numero riconducibile alle forze dell’ordine ma è un falso. Per questa ragione, i carabinieri chiedono di prestare massima attenzione nei confronti di chiunque richieda somme di denaro e di rivolgersi immediatamente al 112 anche in presenza di telefonate solo apparentemente provenienti da numerazioni riconducibili alle Forze dell’Ordine.


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