Un anno fa il padre si era suicidato con un colpo di pistola dopo gli sfottò sui social per il flop del ‘Paladino d’Oro – Sport Film Festival’ che aveva organizzato al teatro Pirandello di Agrigento, disertato dagli stessi partecipanti. Ora la figlia Natalia e i suoi familiari hanno diffidato il direttore artistico della prossima edizione di quel Festival dal citare il nome di Alberto Re che si era tolto la vita all’età di 78 anni.
“Oggi, con ancora aperto un fascicolo per istigazione al suicidio contro ignoti, mi sento in dovere di diffidare il Direttore Artistico” del Paladino d’Oro “dal citare il nome del mio compianto padre Alberto Re”, ha scritto in vista della 44ma edizione del Festival che si terrà a Palermo dal 10 al 15 dicembre. “La mia Famiglia e il Movimento Italiano per la Gentilezza, da me presieduto, si dissociano dal Festival”, ha aggiunto.
“Tutti ricorderanno la tragedia consumata”, ha aggiunto Natalia, “il mio amato papà, Alberto Re, perse la vita, suicidandosi per colpa di uno sciacallaggio mediatico e social che lo ha investito. Purtroppo una non efficace comunicazione, leggera e dai contenuti pericolosi, per questo impattante a livello emotivo e della dignità umana, ha reso bersaglio facile la figura maggiormente vulnerabile. Ricordo ancora che in quella occasione non vi è stata alcuna autentica vicinanza o solidarietà da parte del Direttore Artistico, Roberto Marco Oddo, Presidente dell’Associazione Toros, detentrice del marchio ‘Paladino d’Oro’. Quelle giornate per noi familiari furono devastanti, solo tra di noi ci siamo presi per mano. Soltanto il Prefetto di Agrigento, Filippo Romano, ci dimostrò vicinanza e comprensione, insieme agli agenti della Questura di Agrigento e alla Procura della Repubblica di Agrigento che aprì immediatamente un fascicolo di inchiesta per istigazione al suicidio”.
“Non solo”, lamentano i familiari di Alberto Re, “il Festival si svolse ugualmente e, al termine dei lavori, è stato pure definito ‘kermesse di grande successo’. Ossimoro potentissimo, di facile comprensione per chiunque…
Probabilmente, chi utilizza le parole per professione, dovrebbe farlo con maggiore senso di responsabilità e sensibilità”.
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