La mortalità per insufficienza renale acuta legata alla sepsi rimane alta con 5mila decessi su circa 20mila casi l’anno solo in Sicilia, oltre ad essere la prima causa di morte al mondo nelle terapie intensive. Il Gruppo di Progetto AKI della Società Italiana di Nefrologia, in collaborazione con l’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi dell’Azienda Ospedaliera Papardo, ne parlerà a Messina – si legge in una nota – con i più illustri specialisti ed esperti del campo per fare un punto a 360 gradi sull’Aki (acute kidney injury), condizione che determina spesso la morte per pazienti in area critica, a volte associata sia alla sepsi che a patologie multiorgano.
“É indispensabile concentrarsi sull’importanza del corretto timing di inizio della terapia extracorporea e quale scegliere tra le diverse tecniche disponibili – spiega il direttore dell’Unità operativa di Nefrologia e Dialisi del Papardo Paolo Monardo, responsabile scientifico del congresso – e anche quale filtro utilizzare, cercando di personalizzare il più possibile la terapia dialitica e le altre terapie associate. Infatti, nonostante i numerosi progressi in campo diagnostico e terapeutico e le numerose evidenze scientifiche disponibili, molti sono ancora i punti da definire e discutere. Non si può prescindere da un colloquio e un lavoro in multidisciplinarietà, pur nel rispetto delle competenze e conoscenze afferenti ad ogni disciplina, ma la presenza di uno stato settico peggiora notevolmente la prognosi dell’AKl e rende indispensabile la collaborazione tra nefrologi, infettivologi, rianimatori, intensivisti e cardiochirurghi”.
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