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Ucciso in una lite nel Palermitano, aggressori ai domiciliari

Nell'interrogatorio di garanzia di ieri i due indagati hanno negato qualsiasi volontà omicida: il delitto a loro attribuito è infatti preterintenzionale, "oltre l'intenzione", volevano colpire Vaccaro ma non per ucciderlo

Il gip del tribunale di Palermo ha convalidato il fermo e concesso gli arresti domiciliari ai fratelli Leonardo e Antonino Failla, di 43 e 30 anni, fermati domenica sera per l’omicidio di Gioacchino Vaccaro, fruttivendolo di Partinico (Palermo). I Failla e la vittima, domenica pomeriggio, avevano litigato in strada, nel paese a 50 chilometri dal capoluogo siciliano, per motivi banali, perché l’auto condotta dalla moglie di Vaccaro procedeva troppo lentamente in una strada stretta. Il figlio diciassettenne del fruttivendolo era sceso dall’auto per protestare contro i colpi di clacson partiti dalle due auto condotte dai fratelli Failla, ne era nata una zuffa in cui il giovane era stato colpito, così come il padre, andato in aiuto del figlio. L’uomo era poi tornato a casa, aveva detto di sentirsi male e, portato in ospedale, era morto poche ore dopo. Oggi sarà affidato l’incarico per la sua autopsia.

Nell’interrogatorio di garanzia di ieri i due indagati hanno negato qualsiasi volontà omicida: il delitto a loro attribuito è infatti preterintenzionale, “oltre l’intenzione”, volevano colpire Vaccaro ma non per ucciderlo.


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