Silenzio e lacrime hanno accolto l’arrivo della salma di Sara Campanella, la giovane universitaria uccisa lunedì scorso a Messina dal collega Alessandro Argentino.
“Un angelo, era un angelo”, hanno detto i familiari della ragazza quando il corteo che accompagnava il feretro si è fermato in piazza, davanti alla chiesa delle Anime Sante, a Misilmeri, prima che fosse portato alla camera ardente allestita nella chiesa. Dopo il rintocco delle campane, un urlo si è levato nella piazza.
“Sara vive”, e un applauso dei tanti in attesa di dare l’ultimo saluto alla giovane. Nella bara bianca la foto di Sara e un scritta “No violenza”. Quando la bara è entrata in chiesa, la famiglia ha voluto riunirsi per un momento privato di preghiera. In chiesa sono entrati gli scout del gruppo Misilmeri. La piazza è stracolma e molti sono arrivati da Palermo e dai comuni vicini per dare un ultimo saluto alla ragazza.
“Mi amo troppo per stare con chiunque. Sara Campanella figlia di tutti noi“. Un lenzuolo bianco è stato srotolato in una palazzina nella piazza di Misilmeri dove è stata allestita la camera ardente per la giovane universitaria uccisa a Messina da un collega. “È un momento di dolore. Misilmeri piange – dice la segretaria provinciale della Cisl di Palermo e Trapani Federica Badami, originaria di Misilmeri -. Il nostro paese è distrutto.
C’è un silenzio assordante. Per strada la gente non ha nemmeno la forza di parlare. Quando lo vedi in tv, pensi che non ti possa mai capitare, ma quando succede a una comunità coesa come quella di Misilmeri il dolore si avverte per le strade. La scuola da sola non può educare gli studenti. Serve una rete con le famiglie e con le istituzioni per educare gli uomini: se una donna dice no, è no, anche se prima ha detto dieci sì”.
(Ansa)
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni