A Enna l’acqua costa più che a Milano, è il paradosso che viene fuori dal rapporto annuale su investimenti, qualità e tariffe del servizio idrico che sarà presentato oggi a Mantova dal centro studi Ircaf.
Il rapporto fotografa in modo preciso un settore che da anni è sotto l’occhio del ciclone perché se da una parte c’è sempre più il rischio siccità dall’altra, in Italia, si perde il 36,8% dell’acqua immessa in rete e cioè 15.000 litri l’anno per abitante. Intanto il costo dell’acqua è aumentato del 4,3% negli ultimi 12 mesi e a spiccare è soprattutto il dato di Enna con un costo medio per famiglia di 663,38 euro (contro i 379 euro in media nel resto d’Italia).
Il dato, inoltre, mostra come non sempre il maggiore costa sia associato a una rete più efficiente: si pensi che Milano, tra le città meno care d’Italia, è anche quella in cui si perde minore acqua. Nel Mezzogiorno, secondo il rapporto, il costo è allineato con la spesa media ma la qualità del servizio è drasticamente sotto la media nazionale. La motivazione potrebbe essere ricercata proprio nei costi dei lavori per l’ammodernamento delle reti idriche che comportano una spesa iniziale molto alta, che rende le tariffe così vivaci, e i cui effetti si vedono solo dopo la fine dei lavori.
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