Un centro antiviolenza in un edificio confiscato nel Ragusano. “Era da parecchi anni che non si riconsegnava alla collettività un bene confiscato“: lo ha detto il prefetto di Ragusa Giuseppe Ranieri che stamattina alla presenza delle massime autorità iblee, ha formalmente consegnato al Comune di Modica, una villetta in via del Mughetto a Marina di Modica, confiscata al clan Triberio, un valore di circa 180 mila euro. “Da anni non accadeva in provincia di Ragusa, le procedure per la confisca sono complesse a tutela non solo dell’opponente ma anche dei cosiddetti terzi di buona fede. Ma lo Stato non arretra“, ha proseguito il prefetto che ha aggiunto: “con la consegna di questo bene, ha vinto lo Stato a tutti i livelli, dalla magistratura, alle fonti investigative, alla cittadinanza“.
Un bene frutto di proventi illeciti che torna alla collettività, era una residenza estiva abitata solo nel periodo estivo: “Insieme al prefetto abbiamo potuto dare il giusto risalto della riconsegna alla comunità modicana di questo bene – dice la commissaria che regge il comune di Modica, Domenica Ficano – che verrà riutilizzato a fini sociali. Abbiamo individuato la violenza di genere, e oggi simbolicamente abbiamo anche piantato una mimosa per dare un ulteriore segno di riflessione e rinascita. Sarà un centro antiviolenza, una residenza protetta”.
Un bando individuerà gli assegnatari che, ha detto il prefetto “saranno associazioni con alti principi etici”. Un invito alle donne, a denunciare senza paura, se si è vittime di violenza: “Siamo al vostro fianco, pronti a tutelarvi, anche garantendo anonimato”. Il massimo esponente del Governo sul territorio ha poi dichiarato che si sta costituendo una associazione antiracket e antiusura “che non esiste da qualche anno né a Ragusa né in provincia perché è importante responsabilizzare le rappresentanze datoriali, da Confcommercio, Confesercenti, Confagricoltura che dobbiamo tutelare, stando al loro fianco per stanare ogni possibile tentativo di infiltrazione mafiosa“. E poi una cabina di regia, su input del Ministero dell’Interno per vigilare su appalti e conferimenti che derivano dai fondi del Pnrr.
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