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A Palermo si litiga sul rilascio delle carte di identità. Lagalla, opposizione e sindacati, è un tutto contro tutti

Una questione che andrebbe affrontata, con circa 1.500 dipendenti definiti "intoccabili"

Le file per il rilascio della carta d’identità a Palermo hanno fatto infuriare il sindaco, Roberto Lagalla, e dato il via a un botta e risposta con i partito e i sindacati. “Non è normale che c’è chi si mette in fila all’alba per una carta di identità. Ci sono situazioni per cui bisogna chiedere scusa ai cittadini. Bisogna comunque ricontrattare alcune posizioni di privilegio. Non possiamo avere una montagna di persone che non possiamo muovere e poi ci mancano le risorse per potenziare gli sportelli cui i cittadini si rivolgono, come quelli dell’anagrafe e dello stato civile”, ha detto il primo cittadino in un’intervista al Giornale di Sicilia, non risparmiando i delegati sindacali, definiti “intoccabili”.

I delegati sindacali sarebbero ben 1.500 – cifra non smentita dai sindacati – e effettivamente non possono essere trasferiti da una circoscrizione all’altra nella stessa città.

Dentro la stessa circoscrizione, o unità produttiva si può procedere al trasferimento, nel rispetto del profilo professionale e delle tutele sindacali.  Lo prevede l’articolo 20 (comma 48) del ccnq del 4 dicembre 2017. La realtà è che le amministrazioni comunali, da diversi anni a questa parte, non hanno voluto affrontare il tema per non dispiacere le organizzazioni sindacali amiche o compiacenti. E anche il sindaco Lagalla, dobbiamo ritenere, preferisce non affrontare la questione e tira la palla in tribuna”, hanno detto il segretario generale della Cgil Palermo Mario Ridulfo e il segretario organizzativo Francesco Piastra.

“Il sindaco – hanno aggiunto – convochi il tavolo, presenti un piano di riorganizzazione dei servizi e si confronti con le organizzazioni sindacali.  Noi siamo disponibili ad affrontare il tema, come chiediamo da tempo” e “abbiamo segnalato anche un grosso numero di ufficiali dell’anagrafe che percepiscono l’indennità di 350 euro e non svolgono la funzione perché da tempo sono stati adibiti ad altri incarichi dall’amministrazione comunale. In pratica solo un terzo degli ufficiali dell’anagrafe, su 130 in totale, è operativo”.

La decisione di “abolire le prenotazioni online e tornare all’archeologico metodo del turno fisico è stata presa dall’assessore Falzone, che, fino a prova contraria, opera su delega del Sindaco”, hanno sottlineato le opposizioni. “Una decisione – spiega il Pd – che fin dal primo momento aveva sollevato le nostre perplessità, perché forse Palermo è l’unica città al mondo in cui per semplificare il rapporto fra cittadini e amministrazione pubblica si riducono i servizi digitali”.


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