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A Ragusa si apre la mostra “Ultimo approdo” dedicata al Caravaggio. Esposta l’opera “San Giovanni Battista giacente”

La società romana che ha aggregato alcune tra le migliori esperienze di management nel settore degli eventi mediatici e culturali si insedia con questa iniziativa nella città di Ragusa con il preciso scopo di sviluppare un programma pluriennale per valorizzare il territorio e la sua economia, generando quegli effetti moltiplicatori sull’indotto che il settore culturale crea in maniera comprovata

Una delle ultime opere di Caravaggio sarà fulcro centrale dell’attesa mostra “Caravaggio – ultimo approdo” che si inaugura giovedì 12 maggio alle 11,30 nella chiesa della Badia a Ragusa. Curata dal prof. Pierluigi Carofano, la mostra si propone di presentare per la prima volta in Sicilia l’opera “San Giovanni Battista giacente”, una tela poco nota di Caravaggio, conservata in una collezione privata maltese. La mostra potrà essere fruita fino al 15 ottobre 2022.

Documentata sin dal Seicento nelle prestigiose collezioni medicee, si tratta del famoso ricordato nell’inventario post mortem dei beni posseduti dal maestro lombardo in occasione del suo sbarco a Palo del 1610. Questo dipinto nel 1641 si trovava nella Villa Medici di Poggio Imperiale per poi passare nel palazzo mediceo di Livorno. Acquisito verosimilmente dall’arciduchessa Maria Maddalena d’Austria, l’opera è descritta nell’inventario di Poggio Imperiale del 1641 come “quadro in tela entrovi un S. Giovanbattista nel deserto che giace sopra un panno rosso nudo di mano del Caravaggio […] lungo braccia 23/5 alto braccia 2 con sua copertina d’Ermesino verde” e con “a piedi di detto la croce di canna […]. In altre successive citazioni inventariali è specificato che ai piedi della figura vi è la croce di canna. Per ordine del Gran Principe, nel dicembre del 1698 fu inviato nel Palazzo di Livorno, edificio caro a Ferdinando che ne curò in dettaglio gli arredi; tornò poi a Pitti nel 1723.

A tutt’oggi non si conoscono i motivi per i quali l’opera lasciò le collezioni medicee (probabilmente in seguito a Firenze capitale d’Italia e alla ristrutturazione degli arredi di Palazzo Pitti). Si sa soltanto che nel 1860 il ricco banchiere e massone Henry Benjamin Humphrey acquistò il San Giovannino da Rittenhouse a Boston ad un’asta pubblica. Successivamente il quadro veniva donato alla Loggia massonica d’Oriente a Thomaston nel Maine e lì rimane sino al 2009. In quell’anno viene ceduto all’attuale proprietario che risiede a Malta. L’idea della mostra è quella di raccontare gli ultimi giorni di vita di Caravaggio attraverso una delle opere che egli portava con sé alla volta di Roma. Partito da Napoli, dove tra l’altro era stato vittima tempo prima di una misteriosa e violentissima aggressione, Caravaggio era diretto appunto nell’Urbe, dove sperava di ottenere la grazia per la condanna a morte che da anni pendeva sul suo capo.

Era il luglio del 1610 quando si imbarcò dal porto di Chiaia su una feluca. Con sé aveva tre tele destinate al cardinal Scipione, che avrebbe dovuto aiutarlo ad ottenere il perdono papale. Invece a Roma non arrivò mai; morì pochi giorni dopo a Palo e su quella feluca si trovava appunto il “San Giovanni giacente” che sarà esposto a Ragusa.

La mostra sarà anche l’occasione per condividere con il grande pubblico i risultati di una campagna diagnostica che ha dato risultato veramente sorprendenti in merito alla tecnica ‘dell’ultimo Caravaggio’. Studiosi esperti di Caravaggio come Rossella Vodret, Claudio Falcucci e Roberta Lapucci, per citarne alcuni, ritengono il “San Giovanni giacente” di straordinario interesse sebbene non finita proprio a causa delle vicende personali dell’artista.
“Partendo dal dipinto di Caravaggio – spiega il curatore Pierluigi Carofano – abbiamo pensato di esporre alcune opere, anche lontane temporalmente da quella di Caravaggio, che ben rappresentano episodi significativi della vita di San Giovanni Battista, suo precursore nell’annuncio della venuta del Messia per i cristiani”. Nella cornice suggestiva della Chiesa della Badia verranno esposte altre quattro opere oltre a quella di Caravaggio: Domenico Piola, Predica di san Giovani Battista. Napoli, collezione privata; Luigi Garzi, San Giovanni Battista battezza Cristo nel fiume Giordano. Roma, collezione Amata; Giovanni Odazzi, San Giovanni Battista predica alle folle. Roma, collezione privata; Francesco Rustici, Sacra Famiglia e san Giovannino. Napoli, collezione privata.

La mostra è prodotta da Happee Place in collaborazione con Mediatica e con il patrocinio del Comune di Ragusa, del Libero Consorzio Comunale e dell’Opera Pia che ha in custodia la pregevole Chiesa della Badia. “L’evento si inserisce in una strategia di promozione e valorizzazione culturale della città di Ragusa e di un territorio ricco di attrazioni artistiche, architettoniche e paesaggistiche che ne assicurano la presenza negli itinerari turistici nazionali e internazionali”, commenta il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, mentre l’assessore comunale al Turismo, Ciccio Barone, aggiunge: “è un primo passo nei confronti di una programmazione pluriennale che vuole porre particolare attenzione al segmento del turismo culturale . L’obiettivo è quello di far vivere per dodici mesi l’anno l’immenso patrimonio artistico che disponiamo con tutti i benefici a cascata sull’indotto”. Happee Place ha siglato una convenzione anche con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Ragusa per consentire ai visitatori del Castello di Donnafugata di vedere la mostra con un biglietto scontato alla Chiesa della Badia presentando il ticket di ingresso al Castello e viceversa.

La società romana che ha aggregato alcune tra le migliori esperienze di management nel settore degli eventi mediatici e culturali si insedia con questa iniziativa nella città di Ragusa con il preciso scopo di sviluppare un programma pluriennale per valorizzare il territorio e la sua economia, generando quegli effetti moltiplicatori sull’indotto che il settore culturale crea in maniera comprovata. La Chiesa della Badia si presenterà con un impianto scenografico costituito da un box realizzato appositamente al centro della Chiesa in cui sono esposte le cinque opere e il visitatore potrà proseguire poi il suo percorso all’interno apprezzando le cinque pale d’altare dipinte da Tommaso Pollace illuminate con un mood suggestivo. Un museo nel museo con la finalità di raccogliere fondi che consentano il restauro delle opere del Pollace. Un’idea di Gianni Filippini, noto art promoter, consulente di Happee Place e Mediatica, che ha realizzato oltre 30 grandi mostre in Sicilia dal 2014 al 2022 tra cui quella di Igor Mitoraj a Noto inaugurata con un grande concerto da Andrea Bocelli. La mostra di Ragusa sarà apertura nei mesi di maggio e giugno dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19) e il sabato e domenica dalle 10 alle 21 (ultimo ingresso 20) mentre nei mesi di luglio, agosto e settembre tutti i giorni dalle 10 alle 23 (ultimo ingresso 22), infine ad ottobre da lunedì a domenica dalle 10 alle 20 ultimo ingresso 19).


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