Sembra davvero non avere fine la spirale di violenza nel carcere di Trapani e il Sappe ora dice “basta!”. In soli cinque giorni, infatti, denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, si sono verificate due distinte aggressioni da parte di alcuni detenuti ad altrettanti poliziotti penitenziari. Come spiega il segretario nazionale per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Calogero Navarra, “la situazione nel carcere di Trapani è davvero allarmante. Le due aggressioni hanno visti per protagonisti altrettanti detenuti siciliani, di 21 e 35 anni, uno di Palermo e l’altro di Siracusa. Senza alcuna ragione, proditoriamente, prima uno ha spaccato una radio nella testa di un poliziotto mentre l’altro ha colpito a calci nello stomaco un altro Agente. Una violenza folle ed inaccettabile, in un contesto di alta tensione (l’altro giorno i detenuti non sono voluti rientrare nelle celle, restandone fuori dalle 15 alle 18.30), in cui anche la mancanza di adeguati provvedimenti disciplinari e penali verso i detenuti che alterano l’ordine e la sicurezza interna, aggredendo e ferendo il personale di Polizia Penitenziaria, è un segnale estremamente negativo per la stessa tutela ed incolumità fisica degli Agenti”
Navarra stigmatizza i due gravi episodi ed esprime solidarietà ai poliziotti coinvolti: “Con questi ulteriori gravi eventi critici sale vertiginosamente il numero dei poliziotti coinvolti da detenuti senza remore in fatti gravi. Esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza a tutti i colleghi del Reparto di Trapani: ma quest’ultimo episodio deve far riflettere i vertici dell’Istituto e della Regione. Ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri, siamo in balia di questi facinorosi. Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle Istituzioni… Abbiamo bisogno di personale, il rischio fa parte del nostro lavoro, ne siamo consapevoli, ma giocare al massacro con livelli di sicurezza che non permettono minimamente di tutelare l’incolumità dei lavoratori non è accettabile!”
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