fbpx

In tendenza

Acqua: Sicilia campione di sprechi. Nel 2020 perduto il 52,5%

Stimando un consumo pro capite pari alla media nazionale, il volume di acqua disperso nel 2020 soddisferebbe le esigenze idriche di oltre 43 milioni di persone per un intero anno

È la Sicilia la Regione campione dello spreco dell’acqua in Italia. Lo rileva l’Istat, nel report sulle statistiche sull’acqua relative agli anni 2020-2022. Nel 2020 il volume delle perdite idriche totali nella fase di distribuzione dell’acqua, calcolato come differenza tra i volumi immessi in rete e i volumi erogati, è pari a 3,4 miliardi di metri cubi, il 42,2% dell’acqua immessa in rete. In riferimento all’acqua prelevata dalle fonti di approvvigionamento, le perdite idriche in tutto il Paese in distribuzione rappresentano una quota pari al 37,2%.

Le perdite rappresentano uno dei principali problemi per una gestione efficiente e sostenibile dei sistemi di approvvigionamento idrico e, benché molti gestori del servizio idrico abbiano avviato iniziative per garantire una maggiore capacità di misurazione dei consumi, la quantità di acqua dispersa in rete continua a rappresentare un volume cospicuo, quantificabile in 157 litri al giorno per abitante. Stimando un consumo pro capite pari alla media nazionale, il volume di acqua disperso nel 2020 soddisferebbe le esigenze idriche di oltre 43 milioni di persone per un intero anno.

Sebbene le perdite abbiano un andamento molto variabile, le differenze territoriali e infrastrutturali – rileva l’Istat – ripropongono la consolidata geografia di un gradiente Nord-Sud, con le situazioni più critiche concentrate nelle aree del Centro e Mezzogiorno, ricadenti nei distretti idrografici della fascia appenninica e insulare. I valori più alti si rilevano, nel 2020, nei distretti Sicilia (52,5%) e Sardegna (51,3%), seguiti dai distretti Appennino meridionale (48,7%) e Appennino centrale (47,3%). Nel distretto del fiume Po l’indicatore raggiunge, invece, il valore minimo, pari al 31,8% del volume immesso in rete; l’indicatore risulta di poco inferiore al dato nazionale nei distretti Alpi orientali (41,3%) e Appennino Settentrionale (41,1%). Circa una provincia/città metropolitana su due ha perdite idriche totali in distribuzione superiori al dato nazionale. Si perde almeno il 55% del volume immesso in rete in 20 province che, ad eccezione delle province di Belluno e La Spezia, sono localizzate nel Centro e nel Mezzogiorno. Nelle isole l’87% circa della popolazione risiede in province con perdite pari ad almeno il 45%, contro il 4% del Nord-ovest.

È ancora frammentata, inoltre, la gestione del servizio idrico in alcune aree del Paese.  Nel corso del 2020 i gestori dei servizi idrici per uso civile sono 2.391: 1.997 gestori in economia (83,5%), ovvero enti locali, e 394 gestori specializzati (16,5%). Persiste, rileva ancora l’Istat, una spiccata parcellizzazione gestionale, per l’incompleta attuazione della riforma, soprattutto in Calabria, Campania, Molise, Sicilia, Valle d’Aosta e nelle province autonome di Bolzano/Bozen e Trento. L’approvvigionamento di acqua per uso potabile è gestito da 1.619 enti (-95 sul 2018), l’80,1% dei quali opera in economia (1.297). Le reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile sono gestite da 1.965 enti (-123).

L’erogazione giornaliera pro capite è massima nella provincia di Aosta (438 litri per abitante al giorno), seguita dalla provincia autonoma di Trento (343) e la città metropolitana di Milano (311) Di contro, è minima nella provincia di Enna (116 litri per abitante al giorno), con valori inferiori ai 130 litri anche nelle province di Caltanissetta (125), Agrigento (127) e Arezzo (128). Il volume erogato pro capite aumenta al crescere della popolazione: si passa dai 208 litri per abitante al giorno nei comuni con popolazione uguale o inferiore a 50mila abitanti, ai 229 nei comuni con più di 50mila abitanti, fino ai 259 litri nei comuni con più di 250mila abitanti. Il maggiore consumo di acqua nei comuni più grandi è collegato a una maggiore concentrazione, sul territorio, di usi extra residenziali (per motivi di turismo, lavoro, servizi, studio e salute), più frequenti che nei comuni medio-piccoli. Volumi erogati pro capite mediamente più alti anche nei comuni capoluogo di provincia e di città metropolitana: 236 litri per abitante al giorno (+21 litri sul dato nazionale).


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni