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Addiopizzo 20 anni dopo: nuove sfide per svegliare Palermo

I contenuti degli adesivi, apparsi come 20 anni fa nella notte tra il 28 e il 29 giungo, ora sono questi: "Quale economia in via Maqueda?"; "Quale economia in Corso Vittorio Emanuele?"; "Quale economia in via Amari?"; "Quale economia in via La Lumia?"

“Siamo tornati”. Esattamente 20 anni dopo gli adesivi di denuncia listati a lutto che hanno fatto storia, lungo le strade di Palermo. “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. Addiopizzo questa notte ha rilanciato la sfida per rinnovare una tradizione e rilanciare un nuovo messaggio. Nel corso di questi venti anni sono stati innumerevoli i momenti nei quali ha tappezzato in piena notte la città.

Dal centro storico a Brancaccio, dalla Noce a San Lorenzo passando per Resuttana, Pagliarelli e tante altre aree della città con messaggi e contenuti che volevano stimolare anche una riflessione. A distanza di venti anni, la notte appena trascorsa ha visto i volontari tornare in strada, per il centro storico di Palermo tra via Maqueda, Corso Vittorio Emanuele, Via Emerico Amari e Via Isidoro La Lumia. Luoghi, spiega l’associazione, dove negli ultimi dieci anni si è registrato un cambiamento urbanistico, produttivo e sociale il cui impatto non ha precedenti nella storia di Palermo.

Così i contenuti degli adesivi, apparsi come 20 anni fa nella notte tra il 28 e il 29 giungo, ora sono questi:

Quale economia in via Maqueda?”; “Quale economia in Corso Vittorio Emanuele?”; “Quale economia in via Amari?”; “Quale economia in via La Lumia?”.

Obiettivo, riflettere su un mutamento da cui si è generata una nuova ed importante economia che ha il proprio perno nella fruizione turistica dei luoghi del centro storico”. Strade dalle quali stanotte oltre a rinnovare il messaggio storico, “desideriamo rivolgere e condividere una domanda, tutt’altro che retorica, con l’opinione pubblica, il tessuto economico e la classe politica di questa città. Senza pretesa di dare risposte ma con la volontà, anche stavolta, di aprire una riflessione”.

E oggi inaugurazione della mostra “Addiopizzo 20” al No Mafia Memorial, in corso Vittorio Emanuele. Foto, video, stampe, disegni originali e articoli di stampa forniti dal Giornale di Sicilia e La Repubblica di Palermo che scandiscono la rottura del tabù sul pizzo, il supporto a commercianti e imprenditori che hanno trovato il coraggio di denunciare, il coinvolgimento dei giovani nelle scuole e il percorso di contrasto alla povertà educativa e di rigenerazione urbana alla Kalsa di Palermo. Vent’anni che hanno segnato l’inizio di una svolta culturale che sebbene non si sia ancora del tutto compiuta ha registrato degli inediti e significativi passi in avanti nella lotta al racket delle estorsioni e per la costruzione di una comunità laboriosa e solidale. Con la consapevolezza che il rovescio di quel primo adesivo attaccato 20 anni fa da un gruppo anonimo di giovani, è questo: “Un intero popolo che non paga il pizzo è un popolo libero”.


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