“Show must go on” è la regola ferrea del palcoscenico e la musica non fa eccezioni, non si ferma mai. E la Sicilia sarà testimone del ritorno alla musica dal vivo, il prossimo 25 luglio nella corte esterna del Palazzo della Cultura di Catania, degli Afro Celt Sound System, il collettivo internazionale con base inglese, tra i nomi più noti della scena world music mondiale.
L’evento sarà una grande anteprima della XIX edizione di Alkantara Fest, il festival internazionale di folk e world music organizzato dall’associazione Darshan, con la direzione artistica di Mario Gulisano, che si terrà in più località etnee, dall’8 luglio al 5 agosto, e che avrà il suo fulcro dal 27 al 30 luglio a Pisano, la frazione di Zafferana Etnea da anni eletta a quartier generale del festival.
La band londinese lo scorso 13 marzo è stata colpita dalla scomparsa del suo fondatore, il musicista e produttore Simon Emmerson, e proprio in questi giorni ha annunciato l’uscita del nuovo album “Ova” (abbreviazione di Ovate col simbolo Afro Celt), già finito e ancora non pubblicato, e il ritorno ai live. E Catania al momento è l’unica data annunciata.
L’ispirazione alla base del progetto Afro Celt Sound System risale al 1991 quando Simon Emmerson, produttore e chitarrista con una nomination ai Grammy Award, collaborò con la star afro-pop senegalese Baaba Maal. Emmerson fu colpito dalla somiglianza tra una melodia africana e un’aria tradizionale irlandese. Ecco che nel 1995 fonda gli Afro Celt Sound System che fanno di Londra il “melting point”, tra la musica tradizionale gaelica e quella dell’Africa occidentale. La musica degli Afro Celt unisce folk celtico e musica “tribale” africana, con un mood contemporaneo fatto di elettronica fra trip hop e techno. Le loro composizioni, arrangiate sovente con strumenti etnici quali la kora ed elettronici quali i sintetizzatori, sono spesso cantate in gaelico, lingue africane e inglese.
L’idea trovò terreno fertile nella Real World Records, l’etichetta che l’ex Genesis Peter Gabriel aveva creato nel 1989, un decennio dopo la nascita dei festival itineranti Womad (World of music, art and dances), proprio per dare voce e scena a quella esigenza di incontro e contaminazioni tra tradizioni musicali di tutto il mondo poi ribattezzata World music. Cinque gli album realizzati dagli Afro Celt con la Real World: “Sound Magic” del 1996, “Release” del 1999, “Further in Time” del 2001, “Seed” del 2003, e “Anatomic” del 2005. Seguirono poi “The Source” del 2016, e “Flight” del 2018.
Dal punto di vista della formazione, gli Afro Celt Sound System sono stati sempre un collettivo aperto che ha avuto i suoi fulcri in Emmerson, ovviamente, e poi in N’Faly Kouyate, cantante e polistrumentista originario della Guinea, con la band dal 1997, e nel percussionista anglo-indiano Johnny Kalsi, con la band dagli Anni 2000. Fra i tanti che hanno cantato e suonato con gli Afro Celt anche gli irlandesi Sinead O’Connors, cantante, Davy Spillane, suonatore di cornamusa, e Iarla Ó Lionáird, cantante, il percussionista senegalese Moussa Sissoko, i musicisti inglesi James McNally e Martin Russell, lo scozzese Griogair Labhruidh, cantante e suonatore di cormanusa.
Così Peter Gabriel, sul sito della Real World Records, omaggia Simon Emmerson e le origini degli Afro Celt: “Durante la nostra Real World Recording Week del 1995, Simon, che adorava l’idea di mescolare tutto, aveva avuto l’idea di creare un nuovo gruppo appositamente per mescolare musicisti africani e celtici, l’Afro Celt Sound System. Simon aveva una vasta conoscenza di tutto il mondo della musica e una volta che aveva messo la sua passione e il suo cuore su qualcosa, non c’era modo di dissuaderlo. Ripensando a quando l’ho incontrato per la prima volta trenta o più anni fa, posso vedere tanti modi in cui le sue aspirazioni, musicalità e determinazione hanno toccato tutti noi, cambiato le cose in meglio e reso le nostre vite più ricche. Un grande grazie”.
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