Dirigente medico aggredito durante l’esercizio delle proprie funzioni presso l’Umberto I di Enna, a darne notizia l’Ordine dei Medici. Il grave e violento episodio è accaduto negli scorsi giorni, come testimonia anche l’intervento delle forze dell’ordine. Un familiare di un paziente ricoverato ha aggredito fisicamente un sanitario all’interno del reparto.
“Questi esecrabili episodi di violenza sono da condannare con fermezza, per questo motivo – dichiara il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Enna, Renato Mancuso – l’Ordine di Enna annuncia di volersi costituire parte civile nel procedimento penale a carico del responsabile del reato. Al collega vittima della grave vicenda va la solidarietà e il sostegno del Consiglio dell’Ordine. Tale episodio – non è il primo ad accadere nel nosocomio ennese – dimostra come il malcostume di aggredire i sanitari sia un atteggiamento sempre più dilagante, perdendo di vista il ruolo che i medici e tutto il personale sanitario svolgono all’interno della società. La riflessione da fare è dunque di carattere generale e culturale, e riguarda la necessaria e imprescindibile tutela di tutto il personale sanitario a garanzia dell’erogazione di un servizio che gli addetti ai lavori devono poter svolgere in condizioni di assoluta serenità”.
La violenza oggi viene concepita quasi come una modalità di relazione e per contrastarla diventa necessario la certezza della pena e la prevenzione.
“Purtroppo dobbiamo registrare ancora una volta due casi di aggressioni nei confronti di medici che svolgono il proprio lavoro con grande impegno e professionalità”. Lo dichiara, in una nota, il segretario regionale della Cimo Sicilia Giuseppe Bonsignore, in relazione alle recenti aggressioni che si sono verificate al Pronto soccorso dell’ospedale “Salvatore Cimino” di Termini Imerese, dove il primario del servizio ospedaliero è stato aggredito da un paziente e all’Umberto I di Enna, dove un medico del reparto di medicina ha subito lo stesso trattamento dal figlio di una paziente.
“Tra non molto – sottolinea Bonsignore – se nessuno interviene (e finora prendiamo atto che la cosa desta poco interesse nelle istituzioni preposte) questi teppisti non troveranno nessuno da malmenare nei Pronto soccorso, ma anche la gente perbene non troverà più medici in servizio per prendersi cura dei loro problemi di salute. La situazione nei Pronto soccorso è uno degli aspetti più critici dell’emergenza sanitaria regionale che attende risposte immediate. In quale settore del mondo del lavoro viene ritenuto attrattivo un posto in cui ti pagano poco, ti sputano addosso e ti picchiano frequentemente? Ai colleghi che devono poter svolgere il proprio lavoro in condizioni di assoluta serenità va la mia solidarietà”.
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