“Sto facendo questo video prima che accada un altro femminicidio, perché in Italia finche non vedono una morte, una prova, non fanno nulla: chiedo aiuto per chiarire questa situazione e sensibilizzare qualcuno perché faccia qualcosa”: le parole sono quelle della figlia diciassettenne di una donna di Modica. L’ex compagno della madre, che non è suo padre, è a processo per atti persecutori e lesioni. La prossima udienza sarà a dicembre ma la donna e sua figlia vivono nel terrore. Dopo la denuncia, l’uomo aveva aggredito fisicamente la donna lo scorso dicembre in un bar, ed era stato sottoposto al provvedimento del divieto di avvicinamento ma nel corso della prima udienza in tribunale la donna, assistita dall’avvocato Fabio Borrometi, aveva rimesso la querela.
Il giudice si era dapprima riservato e poi aveva sciolto la riserva ritenendo che vi fossero gli estremi per procedere d’ufficio anche in assenza di querela, e così è stato. Il processo continua, ma è venuto meno il provvedimento restrittivo nei confronti dell’uomo. Avevano ripreso a vivere assieme prima della rottura definitiva. E poi, molti episodi inquietanti; l’ultimo dei quali qualche giorno fa. Ignoti hanno incendiato la macchina della madre e le due autovetture di un suo amico, nel parcheggio di un resort a Noto. Perché solo, e in particolare, quelle tre macchine? “C’erano le telecamere, la denuncia è stata fatta”, dice la diciassettenne. Ma è solo l’ultimo degli episodi; tanti sarebbero i danneggiamenti raccontati dalla giovane figlia, che tornata da scuola, dopo una assemblea in cui si parlava della violenza sulle donne ha deciso di fare un video e pubblicarlo su Tik Tok per raccontare quello che accade a lei e chiedere aiuto per proteggere la mamma. “Se uno non vive determinate cose forse nemmeno le capisce; io ci terrei a mostrare determinate prove, documenti e video ma il problema è siamo su Tik Tok, ci sono cose che riguardano la privacy e non posso mostrarle. Se sono arrivata a questo punto è perché non so come aiutare mia mamma, non so come trasmetterle tranquillità, non sappiamo più come muoverci perché nemmeno mia mamma sa più come comportarsi. Sta facendo tutto quanto rientra nella legge ma dopo questo non sappiamo più che fare”. La giovane vuole che non si spengano i riflettori, desidera che la sua mamma possa vivere serenamente e che questa storia che è, purtroppo, simile a tante altre, possa essere da esempio a tante donne che spesso non hanno il coraggio di denunciare.
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