Tensioni all’Ars, dove il centrodestra si spacca e sfuma la possibilità di trattare la norma cosiddetta “salva ineleggibili” prima delle riforme delle Province. La proposta di una inversione dell’ordine del giorno è stata avanzata da FdI durante la conferenza di capigruppo, prima della seduta pomeridiana ma senza esito. In mancanza di un’intesa sull’ordine dei lavori, la richiesta è approdata così a Sala d’Ercole, da parte del deputato di FdI Carlo Auteri, ma è stata respinta per alzata e seduta dal’Aula: sintomo dei malumori tra i partiti di maggioranza. In apertura di seduta, tuttavia, il centrodestra era rimasto compatto bocciando la questione pregiudiziale sulla riforma delle Province presentata dal deputato del Pd Antonello Cracolici. Per il deputato dem, infatti, la norma che reintroduce le elezioni di secondo livello sarebbe incostituzionale perché in contrasto con le legge Delrio. Subito dopo, si è passati alla discussione generale e il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno è uscito affidando la presidenza a Nuccio Di Paola. Ma a quel punto i deputati di FdI hanno abbandonato in massa l’Aula e i lavori sono stati sospesi per alcuni minuti. Al suo rientro Galvagno, preso atto di “un clima abbastanza teso”, ha rinviato i lavori domani alle 15.
“I temi caldi sul tappeto all’Ars stanno letteralmente spaccando la maggioranza con il governo visibilmente allo sbando. Dopo mesi di litigi per dividersi le poltrone della sanità siciliana, i differenti interessi dei partiti che sostengono Schifani sono venuti oggi chiaramente allo scoperto nel corso della votazione per l’inversione dell’ordine del giorno che avrebbe portato a votare la cosiddetta salva ineleggibili, prima della legge sulle Province. La situazione per la maggioranza è precipitata del tutto dopo l’abbandono dell’aula da parte dei deputati di Fratelli d’Italia e la mia richiesta di votare per il rinvio in commissione il ddl sulle Province. A quel punto intuendo che sarebbero andati sotto hanno rinviato tutto a domani. Una cosa a questo punto è certa, il centrodestra siciliano è dilaniato e ormai non fa nulla per nasconderlo. Doverosa a questo punto una riflessione: se quando era quasi compatto, il governo non è riuscito a cavare un ragno dal buco, cosa riuscirà a fare prossimamente? Si mettano da parte i disegni di legge che non interessano ai siciliani e si proceda a esaminare testi di legge seri e utili per il lavoro, l’economia e la sanità siciliana”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca.
“I temi caldi sul tappeto all’Ars stanno letteralmente spaccando la maggioranza con il governo visibilmente allo sbando. Dopo mesi di litigi per dividersi le poltrone della sanità siciliana, i differenti interessi dei partiti che sostengono Schifani sono venuti oggi chiaramente allo scoperto nel corso della votazione per l’inversione dell’ordine del giorno che avrebbe portato a votare la cosiddetta salva ineleggibili, prima della legge sulle Province. La situazione per la maggioranza è precipitata del tutto dopo l’abbandono dell’aula da parte dei deputati di Fratelli d’Italia e la mia richiesta di votare per il rinvio in commissione il ddl sulle Province. A quel punto intuendo che sarebbero andati sotto hanno rinviato tutto a domani. Una cosa a questo punto è certa, il centrodestra siciliano è dilaniato e ormai non fa nulla per nasconderlo. Doverosa a questo punto una riflessione: se quando era quasi compatto, il governo non è riuscito a cavare un ragno dal buco, cosa riuscirà a fare prossimamente? Si mettano da parte i disegni di legge che non interessano ai siciliani e si proceda a esaminare testi di legge seri e utili per il lavoro, l’economia e la sanità siciliana”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca.
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