Vendita all’asta per la Casa Memoria di Cinisi (Palermo) intitolata a Peppino e Felicia Impastato, il figlio ucciso da Cosa nostra, la madre che tanto lottò per ottenere verità e giustizia per il suo ragazzo assassinato da Cosa nostra per le sue denunce e per gli attacchi via radio a don Tano Badalamenti. La memoria dunque va all’asta, su ordine del tribunale fallimentare, che ha preso atto dell’impossibilità di Giovanni Impastato, figlio minore di Felicia Bartolotta e fratello di Peppino, di onorare i debiti accumulati.
Con la cessione della casa-museo si archivia e si vanifica la lunghissima lotta di mamma Felicia: solo all’Agenzia delle Entrate il minore degli Impastato deve qualcosa come un milione 307 mila euro e nemmeno la vendita della famosa “casa dei cento passi” (quelli che la separavano dall’abitazione di “Tano seduto” Badalamenti, mandante del delitto), basterebbero a onorare il debito verso il fisco. La Regione siciliana – c’era un impegno verbale, ma ora che si approssima la vendita all’incanto, fissata per marzo 2025, dovrà diventare concreto – è pronta a esercitare l’opzione che le consentirebbe di evitare la perdita di un bene di enorme interesse storico, culturale e “etno-antropologico”, per usare la definizione di Selima Giuliano, battagliera sovrintendente ai Beni culturali per la provincia di Palermo e a sua volta figlia di una vittima di mafia: il capo della Squadra mobile di Palermo Boris Giuliano.
Il poliziotto fu ucciso poco più di un anno dopo Giuseppe Impastato, il 21 luglio 1979 gli sparò Leoluca Bagarella dentro il bar Lux; mentre il 9 maggio 1978 il militante di Democrazia proletaria e fondatore di Radio Aut fu fatto ritrovare sulla ferrovia Palermo-Trapani, dilaniato da una bomba, nella (questa sì) maldestra simulazione di un attentato da parte sua. La Casa Memoria, come Peppino e come Felicia Bartolotta, è diventata un simbolo della lotta a Cosa nostra, visitata ogni anno da migliaia di studenti che hanno fatto di Impastato un punto di riferimento e un mito, specie dopo il film I cento passi, che trae il titolo appunto dalla distanza dalla casa di Badalamenti. E’ il luogo dove sono conservati gli archivi storici di Peppino e però in questa quanto mai profana storia di debiti, è stata valutata da un perito del tribunale fallimentare di Palermo 140 mila euro.
Giovanni Impastato possiede anche magazzini, terreni agricoli e fabbricati rurali che sono stati inclusi nella procedura esecutiva. Messi tutti insieme, comunque non soddisferebbero le pretese dell’Agenzia delle entrate e dell’attore Dario Veca, che ebbe una parte proprio nei Cento passi e poi ebbe un contenzioso con Impastato, maturando anche lui un credito non onorato. Quanto alla casa di abitazione del debitore, non può essere inserita in procedura perché ritenuta totalmente abusiva e dunque non commercializzabile.
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