Altri 19 arresti nell’ambito dell’inchiesta che, lo scorso 17 dicembre, ha sgominato le famiglie mafiose di Villaseta e Porto Empedocle, nell’Agrigentino. I carabinieri stanno eseguendo il provvedimento nell’ambito della seconda tranche di indagine in cui si ipotizza pure un traffico di droga. Nell’indagine, in tutto, ci sono 52 indagati.
Gli indagati dell’inchiesta sulle famiglie mafiose di Villaseta e Porto Empedocle utilizzavano i cellulari in carcere. Lo scrivono i carabinieri nel comunicato. “È stato riscontrato – si legge nella nota – un sistematico utilizzo di apparecchi telefonici da parte degli uomini d’onore o di soggetti contigui al sodalizio, durante i rispettivi periodi di detenzione, lasciandone in tal modo inalterate le capacità di comando e consentendo loro di mantenere i contatti con i correi in libertà e di impartire ordini e direttive”.
I clan, inoltre, avrebbero messo in piedi due vaste bande dedite al traffico di droga con contatti anche con l’estero. “Gli esponenti di vertice delle famiglie mafiose di Porto Empedocle e Agrigento-Villaseta risultano avere diretto e promosso – sottolineano dal comando provinciale dei carabinieri – due ulteriori distinte associazioni dedite al traffico di sostanza stupefacente che hanno acquisito in piena sinergia tra loro, il monopolio di siffatto redditizio settore criminale nella provincia di Agrigento. Entrambi i sodalizi criminali hanno, peraltro, dimostrato di possedere una non comune capacità di approvvigionamento mediante l’attivazione di contatti e rapporti commerciali non solo con i gruppi criminali delle altre province siciliane ma anche con altri gruppi sia nazionali che esteri (Belgio, Germania e Stati Uniti)”.
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