La Lega si spezza in riva allo Stretto, ammaliata dalle ‘sirene’ e dalle ‘serenate’ di Cateno De Luca. E’ un fatto che la decisione di Nino Germaná, deputato messinese di Prima l’Italia di accettare l’invito dell’ex sindaco – il quale anche oggi ne ha esaltato il “coraggio” – di sostenere il candidato Federico Basile, abbia creato una spaccatura nella casa leghista e nel centrodestra che invece puntano su Maurizio Croce. La scelta clamorosa di Germanà è stata la novità della campagna elettorale che ha fatto più discutere nel weekend pasquale. Il parlamentare ha scritto che è arrivato il momento “di superare sterili logiche di posizionamento che non tengono conto delle reali esigenze di Messina e della sua comunità, in nome di interessi di retrobottega e dei soliti noti, e di avviare un percorso virtuoso che attraverso scelte amministrative attente e mirate favoriscano la città e la sua crescita, restituiscano dignità ai suoi quartieri e proiettino i nostri giovani verso un futuro di speranza”. Era seguita poi la ‘serenata’ di De Luca, con chitarra e fisarmonica, davanti alla casa di Germanà – “Affacciati alla finestra Ninittu miu” – che aveva dichiarato che comunque Matteo Salvini sapeva della sua scelta e di essere stato sempre libero di decidere sul territorio; e per finire la commissaria provinciale del partito, Daniela Bruno, era stata sollevata dall’incarico. Sull’argomento è tornato questa mattina lo stesso Cateno De Luca in un passaggio della sua diretta quotidiana, parlando di “coraggiosa presa di posizione di Ninitto Germana”. Così monta il malessere nella Lega.
“Dopo settimane di pazienza, prudenza e responsabilità si sente la necessità, da parte dei sottoscritti, di esternare il nostro punto di vista rispetto alle vicende che hanno contraddistinto Prima l’Italia durante le trattative per la formazione delle alleanze in vista delle amministrative che, a Messina, porteranno all’elezione del sindaco della città e della città metropolitana. Lamentiamo, purtroppo, una totale assenza di condivisione rispetto alle scelte e strategie adottate, soprattutto con riferimento all’individuazione del candidato sindaco di bandiera, mai passata attraverso una anche minima fase di concertazione con quanti, all’interno del partito, avrebbero dovuto sostenerla e avallarla, tanto in città quanto in provincia”. A firmare la nota gli esponenti di Prima l’Italia: l’On. Antonio Catalfamo capogruppo all’Ars, Nino Beninati coordinatore cittadino Messina, Dino Bramanti capogruppo comune di Messina, Carmelo Torre Barbera vice-coordinatore provinciale, Giovanni Bucolo consigliere di V circoscrizione, Giovanni Celi consigliere VI circoscrizione, Roberto Cerreti, Ciccio Curcio, Tanino Caliò, Peppuccio Santalco.
“Ciononostante, finché questa proposta è rimasta nel perimetro del centrodestra, abbiamo fatto buon viso a cattivo gioco, per amore di partito, pur essendo la figura individuata come potenziale sindaco divisiva non solo per gli alleati, come più volte da loro stessi rappresentato, ma addirittura all’interno di Prima l’Italia. Nemmeno le continue e scomposte comunicazioni autoreferenziali del candidato sindaco, susseguitesi nelle ultime settimane, spesso lesive dell’onorabilità degli alleati del centrodestra, e pertanto potenzialmente idonee a scalfire i buoni rapporti con questi ultimi, rei evidentemente di non averlo sostenuto, sono state frutto di preventivo avallo, bensì di estemporaneità e di un protagonismo sempre più incurante del rispetto verso la base del partito. Il limite del sopportabile, che porta a questa comunicazione, è stato superato quando l’ormai ex candidato sindaco di Prima l’Italia ha inteso, a titolo non personale, ma parlando a nome di tutti (senza ovviamente averne ottenuto il placet preventivo), virare su posizioni esterne al perimetro del centrodestra – aggiungono – Come già notificato ai vertici regionali i firmatari non sono in condizione di avallare e sostenere tale posizionamento, per il semplice e ineludibile ostacolo costituito dal fatto di sentirsi saldamente ancorati, per idee politiche e scale valoriali, alla coalizione di centrodestra, non volendo in alcun modo rinnegare tali idee e valori solo per assecondare i capricci di chi ha ricevuto i no degli alleati e tenta con ogni stratagemma di fuggire al confronto elettorale interno al partito. A un mese e mezzo dal voto, animati da spirito di lealtà e collaborazione, abbiamo ritenuto indifferibile e necessario comunicare alla dirigenza regionale il nostro totale dissenso rispetto a quanto finora verificatosi, mettendola inoltre a conoscenza che la condotta che desideriamo tenere, in un’ottica di linearità politica, è il sostegno al candidato sindaco del centrodestra Maurizio Croce. In applicazione del più volte recentemente sancito criterio di autodeterminazione dei territori, si evitino forzature innaturali che costituirebbero una irrecuperabile, palese ed iniqua, oltre che autolesionista e distruttiva, discriminazione ai danni della spina dorsale del partito nel territorio della provincia”.
“Accolgo con soddisfazione la nota diramata oggi dagli esponenti di Prima l’Italia in cui esplicitano, con determinazione, il sostegno alla mia candidatura a sindaco di Messina e al nostro progetto che mira a costruire un percorso storico di rilancio. Ho ho sempre fatto riferimento a un centrodestra unito come premessa imprescindibile. Lo dico e lo rivendico con orgoglio e con assoluta stima nei confronti degli esponenti di Prima l’Italia. Voglio ringraziare con forza Antonio Catalfamo, Nino Beninati, Dino Bramanti, Carmelo Torre Barbera, Giovanni Bucolo, Giovanni Celi, Roberto Cerreti, Ciccio Curcio, Tonino Caliò e Peppuccio Santalco: insieme trasformeremo radicalmente il nostro territorio e proietteremo la nostro comunità verso il futuro”. Lo afferma il candidato sindaco di Messina, del centrodestra Maurizio Croce, dopo la decisione del parlamentare della Lega, Nino Germanà di sostenere il candidato sponsorizzato da Cateno De Luca.
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