Il “Patto per Palermo” proposto da Franco Miceli è stato al centro di un incontro tra il candidato sindaco del centrosisnistra e la Cgil. “La qualità della vita dei cittadini e delle cittadine passa dal processo di rigenerazione che verrà attuato con il Patto per Palermo fatto con il governo centrale e con la città: Palermo esprime grandi potenzialità che devono essere messe al centro di una nuova fase della sua vita per ricucire la scissione che si è determinata tra la politica e il governo della città metropolitana”, ha detto Miceli.
Tra i temi che sono stati affrontati all’incontro il lavoro, la crescita economica e sociale e il ruolo decisivo della macchina comunale e ancora, le casse del Comune e le energie delle donne e dei giovani. “Gli obiettivi da raggiungere – ha sottolineato – sono la creazione delle condizioni minime di qualità della vita della città e mettere a sistema le potenzialità che in questi anni sono state espresse dal tessuto sociale e produttivo per renderla attrattiva per i suoi abitanti, per i turisti e per gli investitori. Il Patto per Palermo deve puntare al risanamento del bilancio e alla necessità di coordinare la programmazione con l’utilizzo delle risorse finanziarie del Comune. Palermo si potrà rigenerare con l’utilizzo dei fondi del PNRR e dei fondi europei, c’è bisogno quindi di progettualità e di visione. Soprattutto c’è bisogno della reale partecipazione, da parte di cittadine e cittadini, alle scelte del governo”.
“Io credo che il Patto per Palermo – ha affermato Mario Rudulfo, segretario del sindacato – debba essere fatto con i palermitani, con le forze produttive, con le organizzazioni sindacali e con il mondo dell’associazionismo. E credo che questo Patto per Palermo vada stipulato anche con gli altri candidati sindaci perché, considerato che oggi l’Italia è governata da uno schieramento politico esteso, che va dal Movimento 5 Stelle a Forza Italia, la definizione del Patto per Palermo rientrerà nell’ambito di questo ampio arco politico”.
!Nel mese di giugno, assieme a Cgil e Uil – ha proseguito Ridulfo – avevamo chiesto il varo di un decreto Salva Palermo per sbloccare le risorse su spese sociali e investimenti, perché avevamo chiara la prospettiva cui si andava incontro, fatta di tagli ai servizi alle persone e alle società partecipate e di aumenti delle tasse con le imposizioni attraverso le tariffe, che ricadono sui soliti che hanno sempre pagato in questa città per gli effetti di un’evasione diventata insostenibile. I 180 milioni attivati dal governo nazionale per i prossimi 20 anni sono una prima risposta ma confrontati con i miliardi assegnati alle città di Milano e di Napoli c’è qualcosa che non quadra”.
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