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Amministrative Palermo, centrosinistra: il campo largo non decolla. Ferrandelli: “Troppo tardi”

L'ipotesi di un allargamento, lanciata nel corso dell'assemblea provinciale dem, sembra subito destinata a naufragare, anche perché non sono pochi i mal di pancia all'interno della coalizione

“A quanti in questi giorni, e in queste ore, mi cercano per chiedermi di convergere sui loro candidati, dico: avete fatto prevalere la logica conservativa rispetto all’amore per la città. Bisognava, non oggi ma tempo fa, avere la lungimiranza di allargare ognuno il proprio perimetro, tenendo fuori populisti ed estremisti, e far vincere una logica di dialogo e concretezza per amore di Palermo”. È una chiusura netta quella di Fabrizio Ferrandelli, candidato a sindaco di Palermo della coalizione formata da +Europa e Azione, all’ipotesi di un campo largo suggerito da Francesco Boccia, ieri nel capoluogo siciliano per dare il via libera alla candidatura di Franco Miceli, dopo quella del M5s.

Un patto per la città, sul modello di Manfredi a Napoli, che punti ad allargare il perimetro con un appello diretto rivolto al candidato in campo per Italia Viva, Davide Faraone – che al momento non commenta -, e al consigliere comunale che per la terza volta tenta la corsa a Palazzo delle Aquile: “Tutto questo non è avvenuto – sottolinea ancora Ferrandelli – e oggi continuiamo ad assistere a compromessi al ribasso su nomi che rispettiamo, ma che non convincono le coalizioni al proprio interno e che non trovano neppure i favori dei sondaggi, che invece continuano a premiarci con cifre importanti. Prima degli altri avevamo indicato il metodo dell’apertura tra le forze liberali e democratiche, dell’individuazione delle priorità e, solo dopo, della convergenza sui nomi. Ha prevalso la paura e l’autoconservazione da parte delle coalizioni, pertanto, sempre prima degli altri, abbiamo deciso, con coraggio, chiarezza e trasparenza,  di scendere in campo. Coerentemente controcorrente. E mi sa che questa volta quelli controcorrente come noi sono la maggioranza. Rompiamo il sistema, ricostruiamo Palermo”.

L’ipotesi di un allargamento, lanciata nel corso dell’assemblea provinciale dem, sembra subito destinata a naufragare, anche perché non sono pochi i mal di pancia all’interno della coalizione. Per Sinistra Civica Ecologista, ad esempio, la candidatura di Miceli è “una garanzia per costruire un progetto politico vincente per la città di Palermo”, ma quella che si è costituita in questi mesi è “una coalizione credibile e vincente che non ha bisogno si essere snaturata con proposte contraddittorie. Adesso si definisca il programma per vincere le elezioni”. Malumori anche da parte del sindaco uscente Leoluca Orlando che poco ha gradito la scelta della coalizione di tirare dritto sull’ipotesi primarie: “Giusto aver individuato nel M5S e in Sinistra ecologista i riferimenti partitici tradizionali ma continua ad esserci un problema di partecipazione. Per questo sostengo l’importanza delle primarie a cui si è scelto di non fare ricorso. Ma bisogna avere la capacità di realizzare delle liste che compensino la mancata celebrazione delle primarie. Liste che non siano costruite per soddisfare l’ambizione di qualche consigliere comunale ma per garantire gli interessi dei cittadini”.

Tuttavia, nonostante le frizioni interne, con l’investitura ufficiale del Pd non dovrebbero più esservi ostacoli alla candidatura del presidente nazionale degli architetti che nei prossimi giorni dovrebbe sciogliere definitivamente la riserva.


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