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Anche i balneari sono arrabbiati: “pronti anche noi a forti proteste”

Alla Borsa internazionale del turismo di Milano grido di allarme degli imprenditori balneari

Alla Borsa internazionale del turismo di Milano grido di allarme degli imprenditori balneari. Che avvertono: “Non aspettiamo che divampi la protesta per modificare le scelte dell’Europa. Sbaglierebbe chi pensasse che i balneari italiani non metteranno mai in essere forme di protesta anche eclatanti”. Il turismo italiano “è in buona salute ed è un comparto fondamentale dell’economia nazionale”, dice Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente a Confcommercio. Lo confermano i dati offerti dall’Enit con l’incremento del 2,9% di presenze turistiche nel 2023 rispetto al 2022 (7% in più di quelle straniere, +10% rispetto al 2019).

“Il mare continua a costituire il prodotto turistico più importante per il nostro Paese – continua Capacchione. La balneazione attrezzata italiana garantisce la fruizione  del mare in sicurezza e con tutti i confort. Costituisce un fattore di qualità unico nel panorama internazionale per qualità e quantità. Un elemento fondamentale per la competitività del nostro Paese nel mercato mercato internazionale delle vacanze. E siamo già impegnati a fornire questi servizi anche nel 2024 che prevediamo vedrà ulteriori incrementi di arrivi e presenze come constatiamo in queste ore alla Bit. E lo stiamo facendo nonostante il clima di incertezza sul futuro e lo stato di profonda preoccupazione delle migliaia di famiglie di onesti lavoratori che rischiano di perdere l’attività oltre alle proprie aziende” Un settore che” è minacciato, come la nostra agricoltura, da errate politiche europee. Ci auguriamo che per risolvere il problema dell’errata applicazione della direttiva Bolkestein non siano necessarie forme di protesta come quella messa in atto, in questi giorni, dai contadini italiani ed europei. C’è grande preoccupazione e grande rabbia. Chi rischia di perdere il lavoro e il frutto del proprio lavoro è disposto a tutto! Per risolvere questo problema non bisogna aspettare che esploda la protesta. Confidiamo nel senso di responsabilità dell’Europa e nella determinazione del nostro Governo nel difendere il nostro settore che comprende 30 mila imprese e 100 mila addetti diretti”.


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