Il tribunale del Riesame di Agrigento ha annullato per la seconda volta il sequestro della discarica di Siculiana dei fratelli Catanzaro. Le difese, per la seconda volta a distanza di alcuni anni, hanno dimostrato la piena legittimità dell’impianto sia sotto il profilo delle autorizzazioni che del rispetto della normativa ambientali. La decisione del collegio presieduto da Alfonso Malato ha accolto l’istanza di riesame dei difensori (gli avvocati Roberto Mangano, Angelo Mangione, Vincenzo Giacona, Riccardo Rotigliano, Antonella Paternó e Fabio Anile) che hanno illustrato in udienza il loro ricorso. Il secondo sequestro era scattato il 30 novembre. A eseguirlo, dopo che il gip lo aveva firmato su richiesta della procura, erano stati i carabinieri per la Tutela dell’ambiente – e il nucleo operativo ecologico di Palermo con il supporto del comando provinciale di Agrigento
Il provvedimento, secondo quanto aveva comunicato il procuratore Giovanni Di Leo, aveva chiuso una prima fase di indagini, compiute sin dall’anno 2018 dai carabinieri del nucleo operativo ecologico di Palermo, dirette dalla stessa procura, “circa le irregolarità tecnico-amministrative dell’impianto e le conseguenti ricadute delle stesse sul territorio, in termini – si legge in una nota diffusa dal procuratore Giovanni Di Leo – di contaminazione del suolo e delle acque e di pregiudizio per l’ambiente e per la salute pubblica”. L’indagine, originata dalla raccolta e dall’ascolto “delle plurime segnalazioni provenienti da privati, enti e istituzioni, pubbliche e private, ha visto, nell’anno 2019, la esecuzione di una complessa attività di acquisizione documentale, svoltasi parallelamente al conferimento di un incarico di consulenza tecnica collegiale finalizzata al vaglio dello stato, materiale e giuridico dell’impianto, della conformità degli impianti e delle relative autorizzazioni e concessioni, alla normativa tecnica in materia e degli effetti che si fossero eventualmente determinati o che potessero determinarsi sull’ambiente”. Nel 2020 era stato emesso un precedente provvedimento poi annullato per un vizio procedurale dal tribunale del riesame. Nei giorni scorsi il gip aveva rigettato la richiesta di uso della struttura e il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, aveva sollecitato la Regione a trovare una soluzione alla luce del fatto che la chiusura del sito aveva provocato il proliferare di discariche.
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