Tutti assolti, anche i due dirigenti rimasti sei mesi agli arresti domiciliari per i presunti “aggiustamenti” degli appalti della Gesap, la società che gestisce lo scalo aeroportuale Falcone e Borsellino di Palermo. La sentenza è della terza sezione del tribunale del capoluogo siciliano, che, a parte la prescrizione per un singolo capo di imputazione, ha scagionato sette imputati con la formula più ampia, quella prevista dal primo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale: in altre parole, senza alcun dubbio e “perché i fatti non sussistono”. Disposti anche il dissequestro e la restituzione dei beni sottoposti a misure “ablative”. Cadono dunque i presupposti dell’inchiesta sfociata in un blitz della Squadra mobile di Palermo del marzo 2017, denominato “The Terminal”: assolti fra gli altri l’ex direttore generale della Gesap, Carmelo Scelta, con l’ex dirigente della stessa società, Giuseppe Liistro; erano stati entrambi arrestati ed erano rimasti ai domiciliari fino alla scadenza dei termini di custodia, sei mesi.
Il collegio presieduto da Fabrizio La Cascia (a latere Fabrizio Molinari e Giovanni La Terra) ha assolto anche il docente universitario di Ingegneria, Giuseppe Giambanco, l’imprenditore romano Stefano Flammini, alla guida della Compagnia del Progetto, la società che ottenne il maggior numero di incarichi esterni da Gesap; Renato Chiavaroli, Sergio Gaudiano, Filippo Antonino Capuano. La prescrizione è stata dichiarata su una singola ipotesi per lo stesso Scelta e per Alessandro Mauro e Carlo Vernetti. L’ipotesi dell’accusa guardava allo “spacchettamento” e alla creazione di decine di consulenze esterne che sarebbero state affidate a società e professionisti esterni e compiacenti, facendo lievitare i costi in maniera esponenziale, senza che le opere venissero portate a termine. Il danno per la Gesap era stato calcolato in circa undici milioni di euro. Giambanco sarebbe stato anche titolare di un’azienda alla quale sarebbero state affidate diverse consulenze e aveva subito un sequestro, ordinato dalla Corte dei conti, per oltre 300 mila euro: sanzione ridotta in appello perché non era venuto meno agli obblighi di docenza; la condanna contabile era stata emessa per non avere chiesto l’autorizzazione al rettore prima di svolgere le consulenze per la Gesap. In linea generale il processo penale ha smontato le tesi dell’accusa: nulla di irregolare era stato commesso, non c’erano stati favori ad aziende “amiche”: i lavori all’aeroporto palermitano sono ancor oggi in fase di ultimazione.
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