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Arresto Messina Denaro, l’Ordine dei Medici: “Qualsiasi favoreggiamento della mafia è incompatibile con la professione”

Presa di posizione sulla vicenda che vede indagati due professionisti

“Qualsiasi favoreggiamento della mafia è incompatibile con la professione”. A dirlo all’AGI è Filippo Anelli, presidente FNOMCeO, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, a proposito delle indagini per favoreggiamento che stanno coinvolgendo due medici che avevano avuto in cura Matteo Messina Denaro durante la sua latitanza, il medico di base di Campobello di Mazara Alfonso Tumbarello e l’oncologo trapanese Filippo Zerilli.

“Qualsiasi attività di collaborazione, fiancheggiamento o favoreggiamento della mafia è per noi un elemento di gravissima compromissione dell’esercizio professionale – spiega Anelli -, perché la nostra missione nell’essere medici è legata principalmente alla salute delle persone e, al contrario, i comportamenti mafiosi hanno creato tanti morti e  tante sofferenze”. La domanda che in molti si pongono in queste ore è se fosse possibile che i due medici non sapessero realmente chi si nascondeva sotto il nome di Andrea Bonafede, considerando che l’oncologo trapanese avrebbe eseguito l’esame del dna necessario alle cure chemioterapiche del capomafia. “Questo non lo so, bisogna chiederlo agli inquirenti e bisogna vedere gli atti. È compito dell’attuale magistratura chiarire le posizioni degli indagati. In linea generale – specifica Anelli – a un medico non può essere contestato di aver prestato le proprie cure nei confronti di un indagato, la nostra professione non fa distinzioni. Ciò che può essere invece contestato è se, nell’esercizio di questa professione, il comportamento del medico abbia favorito dei comportamenti mafiosi ostacolando le indagini degli inquirenti. L’oggetto delle indagini è questo – conclude – aspetteremo gli esiti per poter capire di cosa siano accusati e quindi quali siano i comportamenti censurabili dei colleghi”.


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