Vince il concorso interno per 1141 viceispettori di Polizia, ma viene assegnato in una sede differente da quella di lavoro e residenza. Fa ricorso al Tar e vince: nessun cambio sede per il poliziotto palermitano.
Dopo aver saputo di aver vinto il concorso interno e di essere stato assegnato in un’altra sede, il poliziotto palermitano aveva chiesto di essere trasferito nuovamente a Palermo per poter continuare ad assistere il padre, gravemente malato, titolare di L. 104 e sottoposto ad assistenza palliativa domiciliare. L’amministrazione, rigetta l’istanza motivando la sua decisione con la presenza di altri familiari in grado di assistere il padre. Ritenendo ingiusto il rigetto si è rivolto allo studio legale Leone-Fell & C. per proporre ricorso.
“L’amministrazione, al momento delle assegnazioni delle sedi – spiegano Francesco Leone, Simona Fell e Raimonda Riolo, che hanno assistito il poliziotto – avrebbe dovuto tenere conto di situazioni particolari e accordare il trasferimento, ovvero che continuasse a prestare servizio nella sua città e potesse contestualmente assistere il padre, malato terminale. Vista la gravità della situazione, abbiamo presentato un decreto monocratico urgente e siamo lieti che il giudice del Tar Palermo abbia accolto le nostre richieste”.
Secondo il giudice le motivazioni alla base della richiesta sono fondate e pertanto ha annullato l’assegnazione presso altra sede e disposto “la permanenza del ricorrente presso la sede ove risiede il padre in condizioni di grave disabilità”.
“Analizzando la documentazione relativa al concorso e all’assegnazione delle sedi – spiegano i legali – ci siamo resi conto che l’amministrazione ha rigettato quasi tutte le istanze con risposte preimpostate. In caso di rigetti illegittimi e di diritti negati, come nel caso in questione, è possibile contestare il trasferimento e ottenere il mantenimento della sede”.
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