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Assolto il sindaco di Messina Cateno De Luca: era accusato di evasione fiscale

Si è concluso con l'assoluzione il processo relativo alla vicenda Caf Fenapi che ha visto coinvolto, tra gli altri, il sindaco di Messina, Cateno De Luca

Si è concluso con l’assoluzione il processo relativo alla vicenda Caf Fenapi che ha visto coinvolto, tra gli altri, il sindaco di Messina, Cateno De Luca. La sentenza è stata pronunciata dal giudice monocratico Simona Monforte che ha disposto per tutti l’assoluzione con la formula perché il fatto non sussiste.

Si tratta del processo su una presunta evasione fiscale al centro di un’indagine condotta dalla Guardia di finanza. Le vicende risalgono all’epoca in cui De Luca non era ancora stato eletto sindaco di Messina. La scorsa udienza il pubblico ministero Francesco Massara, al termine del suo intervento, aveva chiesto la condanna a 3 anni per De Luca e per Carmelo Satta all’epoca dei fatti suo collaboratore e la condanna a 2 anni per Giuseppe Ciatto, commercialista. Infine aveva chiesto l’assoluzione per tutti gli altri imputati e la dichiarazione di prescrizione per alcuni reati. L’inchiesta era stata avviata a dicembre 2013 con una verifica fiscale nei confronti del Caf Fenapi.

“Il processo Fenapi deriva da segnalazioni politiche”: il sindaco di Messina, Cateno De Luca, lo ha ribadito al termine del procedimento che lo visto assolto dal reato di evasione fiscale, per il quale venne arrestato nel 2017. “Dedico questa assoluzione a loro (i dipendenti del Caf, ndr), che non hanno mai dubitato del loro direttore generale”, ha aggiunto, rinnovando poi una polemica con il procuratore di Messina, Vincenzo Barbaro.

Il processo aveva al proprio centro vicende che risalgono all’epoca in cui De Luca non era ancora stato eletto sindaco di Messina. La scorsa udienza il pubblico ministero Francesco Massara, al termine del suo intervento, aveva chiesto la condanna a 3 anni per De Luca e per Carmelo Satta all’epoca dei fatti suo collaboratore e la condanna a 2 anni per Giuseppe Ciatto, commercialista. Infine aveva chiesto l’assoluzione per tutti gli altri imputati e la dichiarazione di prescrizione per alcuni reati. L’inchiesta era stata avviata a dicembre 2013 con una verifica fiscale nei confronti del Caf Fenapi.

“Finisce il calvario giudiziario di uno dei pochissimi politici onesti del nostro Paese. Un calvario giudiziario che lo ha portato più volte  in carcere e che si è tradotto sempre nella esclusione di ogni responsabilità”. Con una nota gli avvocati Carlo Taormina e Tommaso Micalizzi intervengono sull’assoluzione del sindaco di Messina Cateno De Luca e di altre otto persone, perché il fatto non sussiste, nel processo per evasione fiscale per la vicenda della gestione del patronato Fenapi. I legali hanno ricordato che la vicenda di De Luca era cominciata cinque anni fa “e che determinò il suo arresto due giorni dopo essere stato eletto deputato alla Regione Sicilia”.

Oggi – sostengono – è stato assolto da tutto perché il fatto non sussiste“. I legali annunciano azioni civili, penali e disciplinari contro i magistrati “responsabili – sostengono – della persecuzione giudiziaria perpetrata nei confronti del Sindaco De Luca”. “Oltre alle procedure per riparazione di ingiusta detenzione – affermano – sarà esercitata  azione per danni materiali e morali nei confronti di quei magistrati e per sporgere denunzie per abuso di ufficio, falso ideologico in atti pubblici e calunnia contro gli stessi magistrati. Il tutto, insieme alla produzione di un dossier all’Ispettorato del Ministero della Giustizia per l’esercizio delle azioni disciplinari nei confronti di pubblici ministeri e giudici che, in concorso tra loro, si sono resi responsabili di uno scempio che ha pochi precedenti”.

Dal canto loro, i legali di Fenapi, Emiliano Covino e Giovanni Mannuccia, sostengono che “l’assoluzione piena di tutti i coimputati perché il fatto non sussiste permette di valutare con più serenità l’intera vicenda giudiziaria. Attendiamo le motivazioni, ma la sentenza del giudice monocratico ha affermato chiaramente che, non solo non sussiste alcuna ipotesi di falsa fatturazione, ma, ancor più a monte, non sussiste alcuna forma di evasione fiscale da parte del CAF Fenapi, di Satta (all’epoca rappresentante legale) e, più in generale, da parte dell’intera associazione Fenapi, che indirettamente era stata tirata dentro in questo processo.
Il giudice, dopo aver tra l’altro ascoltato durante le oltre 30 udienze più di 40 testimoni, ha potuto appurare la totale mancanza di illeciti tributari e l’assoluta insussistenza di qualsiasi ipotesi di reato fiscale in relazione a questa vicenda”. “Con la sentenza di oggi”, afferma il Presidente Carmelo Satta, “giustizia è fatta e si conferma la liceità dell’attività che abbiamo sempre portato avanti. Abbiamo sempre avuto fiducia che la giustizia avrebbe chiarito la vicenda e avrebbe fatto emergere l’inconsistenza delle accuse. Oggi si chiude un capitolo triste per la Fenapi. Un grazie di cuore va a tutti i nostri associati, ai responsabili sindacali e a tutti i collaboratori che in questi anni ci hanno aiutato e spronato ad andare avanti nonostante tutto quello che stava accadendo, rinnovandoci in più occasione la loro fiducia. Il mio pensiero”, ha aggiunto ancora Satta, “va oggi a tutti coloro che, loro malgrado, si sono ritrovati coinvolti in questa vicenda: Giuseppe Ciatto, Cristina e Floretana Triolo, Nino Bartolotta, Francesco Vito, Carmelina Cassaniti e Fabio Nicita”.


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