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Biagio Conte, l’abbraccio dei poveri e dei volontari: “E ora?”

Dopo la speranza ora è il momento dell'accettazione, ma anche della responsabilità

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Dopo la speranza ora è il momento dell’accettazione, ma anche della responsabilità. Colmare il vuoto lasciato da Biagio Conte, il missionario laico che da oltre trent’anni era al servizio dei più bisognosi, contribuendo a costruire una città più solidale, non sarà facile. Ed è questo il sentimento che sembra prevalere tra i tanti quelli che oggi sono accorsi per dare l’ultimo saluto al fondatore della Missione di speranza e carità morto stamane a 59 anni dopo una grave malattia. Una cittadella della solidarietà che deve essere custodita e salvaguardata.

Una processione ininterrotta per lo più di gente umile e degli stessi volontari in fila davanti alla porticina della stanza, all’interno dell’astanteria della struttura di via Decollati, in cui da giorni era costretto fratel Biagio e dove da stamane si sono chiusi in preghiera don Pino Vitrano, e il fratello Luciano, assieme ad altri fedeli collaboratori, come Francesco Russo, medico volontario che da diversi anni si occupa dei fratelli e spesso della salute dello stesso missionario laico, provato dai lunghi digiuni.

Tra i primi ad accorrere, l’arcivescovo Corrado Lorefice che è rimasto per alcuni minuti in preghiera dentro la sua stanza: “Biagio è profondamente un segno per questa città perché ci ricorda che un laico che prende sul serio il Vangelo e dunque che coglie la potenza della presenza di Dio nella vita riesce a cambiare anche la città umana”.

Tra coloro che sono accorsi dopo avere appreso la notizia della sua scomparsa, anche il presidente della regione, Renato Schifani: “La comunità perde un figura che resterà nei nostri cuori. Porto con le le sue ultime parole, di non scordare i poveri, e questo sarà fatto: lavorerò perché non sia dementicato”. Per Vincenzo Agostino, il padre ‘coraggio’ che per oltre trent’anni ha chiesto si faccia luce sulla morte del figlio Nino, l’agente ucciso assieme alla moglie Ida Castelluccio nel 1989 in un agguato, “se n’è andato l’uomo più onesto che abbia mai conosciuto: viveva per i poveri e non chiedeva mai da dove venivi, era sempre ospitale con tutti“. Ma rimane la preoccupazione il futuro della Misisone come sottolinea l’ex sindaco Leoluca Orlando: “L’ho trovato sereno in volto – dice commosso – ma c’è da chiedersi adesso cosa sarà di Palermo senza Biagio”.

“Adesso su tutti noi che rimaniamo ricade una responsabilità maggiore – racconta Riccardo Rossi che cura la comunicazione della Missione – ma è anche una grande opportunità per costruire insieme una città migliore che poi era il messaggio che ripeteva da sempre Biagio, lui che con la preghiera e il digiuno è riuscito a sconfiggere il demone dell’indifferenza“. Una sfida non da poco se si considera che solo la cittadella degli ultimi aiuta quotidianamente 600 persone e che la rete di solidarietà si estende ben oltre i confini di via Decollati.

In questo momento, inoltre, è in crescita il numero delle famiglie, un aumento di oltre 80, che a causa della crisi si rivolgono per un conforto, per una busta della spesa. Ma sono soprattutto giovani in difficoltà che chiedono aiuto e cresce anche la richiesta di ‘messa alla prova’, come spiega ancora Rossi: “Noi cerchiamo di prendere in carico tutti, ma sempre più spesso bussano alla nostra porta anche persone con un Isee alto, a volte vittima del gioco d’azzardo o di altre dipendenze”.

E cosa accadrà adesso? “Non siamo in grado di sostituirci all’intera città – afferma – Biagio è stato sempre una risorsa spirituale e sociale, ma adesso ci deve essere uno scatto da parte di tutti i cittadini, e non solo. È inconcepibile che ancora non abbiamo i soldi per pagare le bollette della luce. La Regione ha promesso che tra 40 giorni avremo i pannelli solari funzionanti però non basta“. Qualcosa però negli ultimi tempi è cambiato: “In 30 anni siamo sempre dovuti andare noi dalle istituzioni. Adesso per la prima volta è accaduto il contrario, speriamo sia un segno”, conclude.

Nel pomeriggio, la salma di Biagio Conte viene sistemata nella chiesa ‘Casa di preghiera per tutti i popoli’, all’interno della Missione, e dalle 16 apertura della camera ardente. Lunedì 16, invece, è prevista in serata una processione: gli scout porteranno a spalla il feretro in Cattedrale dove l’indomani, martedì 17, di mattina, sono previsti i funerali.


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