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Bimbo morto annegato in mare: genitori indagati, ma è un atto dovuto

Nella zona dei Laghetti c'è un divieto di balneazione ribadito dal Comune il 29 aprile, con un'apposita ordinanza

Respingono le accuse, sostenendo che non è stata colpa loro: sono straziati dal dolore ma la procura di Termini Imerese (Palermo) ha iscritto nel registro degli indagati, con l’ipotesi di omicidio colposo, i genitori di Bryan Puccio, il bambino di 4 anni morto il 2 giugno nella spiaggia denominata dei Laghetti, nella zona industriale della città a 30 chilometri da Palermo.

Un atto dovuto, quello emesso dal pm Lorenza Turnaturi, che ha ordinato l’autopsia sul corpicino del bambino, da eseguire lunedì al Policlinico di Palermo. E poiché si tratta di un atto considerato “irripetibile”, i sospettati devono essere messi in condizione di prendervi parte con propri consulenti.

Giovanni Puccio e Giovanna Di Fatta, papà e mamma di Bryan, hanno incaricato l’avvocato Giulio Bonanno di assisterli.

Nella zona dei Laghetti c’è un divieto di balneazione ribadito dal Comune il 29 aprile, con un’apposita ordinanza del sindaco Maria Terranova: nessun controllo è stato eseguito però per la Festa della Repubblica, quando la consueta folla di bagnanti dei giorni festivi si è radunata sulla spiaggia.


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