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Blocco degli autotrasportatori, protesta a oltranza in Sicilia: “Non molliamo” |Revocati i blocchi

Camion e trattori si sono riversati nelle strade e autostrade dell'Isola. Nei giorni scorsi al fianco degli autotrasportaori siciliani si è schierato il presidente della Regione Nello Musumeci: "Il permanere della vertenza degli autotrasportatori per il caro carburanti rischia di appesantire, ancora di più, una situazione economica già difficile nelle regioni meridionali"

“Il permanere della vertenza degli autotrasportatori per il caro carburanti rischia di appesantire, ancora di più, una situazione economica già difficile nelle regioni meridionali. Situazione che si sta aggravando anche a causa del conflitto in Ucraina, ma che coinvolge tutte le nazioni europee e quindi anche noi. Per questo motivo, dopo avere sentito il collega governatore della Puglia Michele Emiliano, abbiamo concordato con il presidente della Conferenza della Regioni, Massimiliano Fedriga, di intervenire sul governo nazionale: servono provvedimenti urgenti e risolutivi”. Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.

Sono decisi a una protesta a oltranza gli autotrasportatori siciliani che dalla mezzanotte di domenica hanno deciso di fermare i loro tir. “Viaggi sempre più costosi”, dice ad AGI Angelo Motta, padroncino con un paio di mezzi pesanti, costretto a sostenere il rincaro del gasolio: “Non abbiamo intenzione di mollare. Negli ultimi due mesi la situazione è diventata insostenibile, il caro gasolio grava su di noi del 20/30 per cento. Essendo nel lembo più basso dell’Italia, in Sicilia siamo costretti a pagare il prezzo più lato. Ma non siamo solo noi siciliani a insorgere. La categoria da Roma in giù è una polveriera, pronta ad esplodere…”. Sino a oggi in quasi una settimana di blocchi e proteste, la situazione del traffico nei punti stradali nevralgici è stata al limite: assicurati i passaggi ai tir che trasportano merce deperibile, tutti gli altri si sono fermati.

Al casello autostradale di San Gregorio, a Catania, quartier generale del presidio degli autotrasportatori il traffico veicolare anche oggi va a rilento. Camion e trattori si sono riversati nelle strade e autostrade dell’isola, tra Avola, Gela, Termini Imerese, Tremestieri etneo, Catania e nelle vicinanze dello Stretto di Messina. Si tratta di gruppi autonomi di autotrasportatori che protestano contro il rincaro dei costi del carburante. Nei giorni scorsi al fianco degli autotrasportaori siciliani si è schierato il presidente della Regione Vello Musumeci. In mattinata riunione operativa per decidere in che maniera affrontare le prossime fasi della protesta. “Questa volta non ci fermiamo – avverte Motta – perché siamo già falliti e mandare all’aria una settimana di lavoro è un ulteriore danno. Qualcuno deve ascoltare le nostre richieste”.

“Mercoledì prossimo incontrerò il vice ministro alle Infrastrutture Alessandro Morelli, con cui già ci siamo sentiti in queste ore, per pianificare una serie di ulteriori interventi che contrastino rapidamente il caro gasolio”. Lo afferma Nino Minardo, segretario regionale della Lega. “Con me – aggiunge – ci saranno i rappresentanti siciliani degli autotrasportatori e una delegazione dei deputati della Lega Sicilia all’Ars. Le Lega è pronta ad inserire un emendamento nel Decreto Energia, compensativo dei danni che stanno subendo le imprese e i lavoratori dell’autotrasporto su gomma e che renda ancora più affidaci le misure già previste. Con un ulteriore contributo per le cosiddette autostrade del mare e un calmierante del costo del carburante saremo in grado di dare un altro segnale concreto in questa situazione straordinaria e molto difficile”. A seguire “la Lega intende definire in sede governativa e parlamentare le questioni dei costi minimi e degli abusi della subvezione in maniera da dare risposte strutturali al tema delle regole dell’autotrasporto e anche di questo parlerò con Morelli. Per quello che riguarda la Regione siciliana dopo l’annuncio mi aspetto che i 10 milioni di euro di competenza regionale siano immediatamente disponibili; su questo il gruppo parlamentare della Lega all’Ars è al lavoro con alcune proposte specifiche e sta già incalzando l’esecutivo in maniera che si passi subito dalle parole ai fatti”.

Anche il candidato alla presidenza della Regione Siciliana, Cateno De Luca, è intervenuto, nuovamente, in merito alle problematiche che hanno spinto gli autotrasportatori a mettere in atto la protesta. “Condivido la protesta degli autotrasportatori – ha affermato – nei confronti dei quali ho già espresso la mia vicinanza.  Io sono uno che fa proteste e anche eclatanti, ma cerca di farlo evitando di danneggiare gli altri. La testimonianza degli operatori del settore ortofrutticolo con la merce che resta nelle cassette a marcire rende il senso di quanto siano errate le modalità di protesta messe in atto dagli autotrasportatori. Adesso mi chiedo chi risarcirà questi produttori che già pagano le stesse conseguenze degli autotrasportatori perché l’aumento dei costi colpisce tutti i settori. Quando a un padre di famiglia fate rimanere la merce nelle cassette a marcire in una situazione che è già precaria significa spingerlo al fallimento. Io mi chiedo perché dobbiamo ammazzarci con le nostre mani. Dal Presidente della regione Nello Musumeci che ieri si è recato al presidio degli autotrasportatori mi sarei aspettato un atto di responsabilità. Il Presidente Musumeci, sottolinea il candidato alla presidenza della Regione Cateno De Luca, avrebbe dovuto chiedere la cessazione immediata dello sciopero per salvaguardare le aziende agricole e tutta la filiera. Invece Musumeci è andato a parlare agli autotrasportatori dimenticandosi che da quattro anni è lui che ha responsabilità dirette e indirette per il ruolo che ricopre anche nella gestione del sistema dei trasporti. Questo Governo Regionale quali strategie ha attuato per quanto riguarda il settore dei trasporti in Sicilia e attenuare i costi? Nessuna! Oggi la soluzione non può essere quella messa in atto dagli autotrasportatori e sostenuta dal presidente della Regione Nello Musumeci che si traduce di fatto in un’istigazione a delinquere sostenendo la prosecuzione di questa protesta. I produttori in questo quadro diventano vittime di un sistema che non farà altro che danneggiare la nostra terra in modo irreversibile. Io – ribadisce De Luca -, sono vicino agli autotrasportatori, ho manifestato vicinanza e sostegno anche ai pescatori, esprimo preoccupazione per la filiera agroalimentare della nostra Isola e da un Governo responsabile mi aspetterei altre prese di posizione. Constatiamo invece che in questi quattro anni di Governo Musumeci non è riuscito ad intervenire neanche lì dove avrebbe dovuto e potuto per contenere l’aumento dei costi.  Basta pensare alla gestione dei rifiuti! Troppo facile oggi, prosegue Cateno De Luca, recarsi al presidio degli autotrasportatori e strappare un applauso. Suggerisco al presidente Musumeci di recarsi al mercato di Vittoria e parlare anche con i produttori e gli agricoltori nei confronti dei quali non ha speso neanche una parola di vicinanza. L’ho detto e lo ribadisco non si può manifestare, per quanto legittime siano la protesta e le motivazioni che la spingono, nuocendo agli altri e creando danni irreversibili di cui nessuno risponderà”.

“Musumeci dalla parte dello sciopero e del blocco degli autotrasportatori?” Anche il Distretto Orticolo del Sud-Est Sicilia, che conta oltre 100 imprese, più di 2000 di produzione orticola con oltre 3500 addetti dell’areale tra Ragusa, Siracusa, Catania, Caltanissetta, Agrigento è sbalordito e confuso dalle parole e dalla reazione del Presidente Musumeci proferite recentemente con i responsabili del blocco dei trasporti al casello di San Gregorio (Ct). All’unanimità i soci hanno commentato così la triste e grottesca vicenda: “Non è un gioco, ma la triste realtà. Siamo imbarazzati dall’irragionevole superficialità con la quale il Presidente della Regione Siciliana ha affrontato il disagio degli autotrasportatori. Non bastavano la geopandemia, gli instabili assetti in politica internazionale, l’aumento delle materie prime, il caro vita, l’aumento degli indici di povertà, le continue oscillazioni di prezzo, adesso è giunta l’ora per gli agricoltori di subire anche la follia istituzionale – non troviamo altre parole- di una politica che disconosce le esigenze basilari del comparto. Poiché anche un bambino delle elementari capirebbe che il prodotto fresco essendo deperibile nel giro di 2/3 giorni richiede velocità, soluzioni e non boicottaggio delle produzioni. E sempre quel bambino capirebbe che suo padre in questi giorni è in ansia perché non sa come subire questo nuovo colpo, come essere competitivo sul prezzo contro i produttori europei e africani, non sa come risolvere il malcontento all’interno della propria azienda perché alla fine del mese dovrà comunque pagare i laboriosi dipendenti e i fornitori che gli hanno dato fiducia e così onorare tutti gli impegni assunti. Ci aspettavamo – continua la nota del DOSES – un Presidente semplicemente più consapevole e capace di mediare sopra le parti; che magari fosse andato nel luogo della protesta a calmierare gli animi, e pertanto a far capire che tale modalità danneggia soltanto noi Siciliani. La Gdo troverà come rifornirsi altrove (anzi abbiamo fatto un favore agli Spagnoli e ai Marocchini), ma i debiti rimarranno ai siciliani. Capiamo il disagio del settore degli autotrasportatori poiché nel nostro distretto è presente anche tale filiera, ma non possiamo condividere le modalità della protesta. Non è la guerra tra poveri che risolverà l’economia nostrana, ma la conciliazione e finalmente la sottoscrizione di intese e protocolli con chiare garanzie della Regione Siciliana e del Ministero. La memoria ci ricorda che i fallimenti della storia del Sud sono legati all’incompetenza, all’inconsistenza delle azioni di monitoraggio e di analisi dei processi, nonché al dialogo infruttuoso: abbiamo il timore che questa manifestazione di crisi sia solo una delle prime di questo 2022 nel mondo agroalimentare e pertanto chiediamo immediatamente oltre che la fine della protesta, un piano preventivo di ricaduta positiva nel territorio. Non prendiamoci in giro: stiamo attraversando un periodo difficilissimo e dobbiamo essere pronti a gestire eventuali malumori, ulteriori e nefaste oscillazioni di prezzo, nonché gli effetti dell’inflazione”.

Pertanto, gli associati del DOSES pur condividendo il malessere degli autotrasportatori e dichiarandosi pronti anche a sostenere future azioni di protesta comuni con loro, ma con le corrette modalità, chiedono l’intervento delle forze politiche/sindacali siciliane ed in alternativa delle prefetture/questure interessate, affinché la sopravvivenza e il destino di migliaia  di produttori della fascia trasformata non siano boicottate da una protesta male organizzata e ancor di più mal sostenuta (anche moralmente e verbalmente) dai vertici regionali .

“Affamare – hanno concluso gli imprenditori del distretto orticolo della Sicilia Orientale – il comparto agroalimentare e così il pilastro dell’economia sociale significherebbe solo rischiare di apportare instabilità sociale. Non giratevi dall’altra parte, chiediamo solo responsabilità al fine di tutelare la continuità lavorativa dei nostri dipendenti”.

“Siamo di fronte ad un blocco degli autotrasporti che sta danneggiando in modo consistente l’agrumicoltura e tutta l’economia agricola siciliana e non riceviamo alcuna risposta dalle istituzioni, alle quali abbiamo già chiesto una mediazione che risolva immediatamente il problema. Per questo motivo domani (25 febbraio) dalle 10, in contemporanea con la riunione convocata dal prefetto, una rappresentanza della nostra categoria terrà un presidio davanti alla Prefettura in attesa di conoscere quali soluzioni si prospettano per non affossare definitivamente un comparto già alle prese con aumenti vertiginosi dei costi di energia e imballaggi”, così i rappresentanti delle organizzazioni di categoria Consorzio Arancia Rossa di Sicilia IGP, Cia, Confagricoltura e Fruitimprese Sicilia.

“Abbiamo convocato gli imprenditori agricoli a presidiare davanti alla Prefettura per stigmatizzare, in sede istituzionale e non ai caselli delle autostrade, la situazione paradossale che si è venuta a creare”, aggiungono i rappresentanti del mondo imprenditoriale agricolo.

“Il blocco indiscriminato delle merci non ci consente di competere con i nostri agguerriti concorrenti europei, le produzioni, frutto del nostro lavoro, stanno marcendo sui Tir e nelle campagne la raccolta di arance, orticole e di altri prodotti agricoli ad alta deperibilità è ferma così come è fermo il settore lattiero caseario. Non c’è da perdere un solo attimo in più se non si vuole vanificare il lavoro di una stagione intera. Vedere il rimpallo di responsabilità tra governo regionale e governo nazionale e il balletto di vertici, riunioni e visite ai caselli della nostra classe politica ci fa rabbia tanto quanto vedere cadere le arance dalle piante senza che si riesca a farle arrivare ai canali di distribuzione dalle quali arriva grande richiesta. Chi non sta lavorando adeguatamente e tempestivamente alla risoluzione di questa assurda situazione ne dovrà rendere conto al tessuto imprenditoriale e a migliaia di lavoratori del settore che da qui a poco saranno disoccupati. I dati delle perdite causate dal blocco sono allarmanti così come allarmante e fuori controllo è l’aumento dei costi. Ci attendiamo lo sblocco immediato dei trasporti e non altre parole che a nulla servono”, concludono i rappresentanti dell’imprenditoria agricola.


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