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Bonus edilizi, no a una sola cessione del credito d’imposta: grido di allarme di Commercialisti e Confartigianato

La bozza del “decreto Sostegni ter2, infatti, limita ad un solo passaggio la cessione del credito per superbonus e bonus casa

La Conferenza degli Ordini dei Commercialisti e dei Esperti Contabili, esprime preoccupazione in merito alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’art. 28 del D.Lgs. che prevede limitazioni che potrebbero far saltare l’utilizzo dei crediti d’imposta credito cedibile una sola volta. La bozza del “decreto Sostegni ter2, infatti, limita ad un solo passaggio la cessione del credito per superbonus e bonus casa. Potrebbe sembrare una cosa irrilevante ma non lo è affatto. Questo decreto, approvato dal Consiglio dei ministri del 21 gennaio 2022, prevede una limitazione che non renderà possibile più di una cessione, cioè il passaggio dal beneficiario all’azienda e successivamente alla banca. Se tutto ciò verrà confermato, la limitazione entrerà in vigore a partire dal 7 febbraio 2022.

“Questo significa– spiega Maurizio Attinelli, coordinatore regionale della Conferenza degli Ordini dei Commercialisti- che il beneficiario della detrazione potrà cedere il credito ad altri soggetti, banche e intermediari finanziari, ma questi non potranno cederlo a loro volta. I fornitori che praticano lo sconto in fattura potranno recuperare lo sconto sotto forma di credito di imposta e cederlo una sola volta ad altri soggetti, banche o intermediari finanziari, ma questi ultimi non potranno cederlo a loro volta. L’obiettivo del Governo è serio (e in teoria anche condivisibile) in quanto si sono riscontrati degli abusi. Però anziché colpire pesantemente chi ha abusato o frodato, si è pensato di limitare (per tutti) la circolazione dei crediti fiscali e cercare di limitare al massimo le frodi, diverse delle quali già bloccate (giustamente) dall’Agenzia delle Entrate. Il presidente dell’Ordine di Enna Fabio Montesano afferma che l’introduzione del divieto di successiva ulteriore cessione del credito appare molto severa e rischia di buttare fuori strada imprese e cittadini. Infatti i primi a perderci saranno quelli con lavori appena iniziati o ancora in corso, poiché gli istituti di credito freneranno gli acquisti dei crediti d’imposta; poi a perderci saranno le imprese appaltatrici che hanno già contrattualizzato l’impegno dello sconto in fattura, che non potranno più cederlo alle banche; infine, a perderci, è (nuovamente) la credibilità della capacità dello Stato di mantenere la parola data, per cui non meravigliamoci se in futuro nuove norme “agevolatrici” – per favorire l’adozione di determinati comportamenti – non verranno accolte con entusiasmo! Pensate a un contribuente che a partire dal prossimo 7 febbraio 2022 cede il credito all’impresa e poi quest’ultima rimane col cerino in mano in quanto non potrà più cedere agli intermediari finanziari. Nell’ottica di un maggior controllo era già stato adottato il decreto antifrodi, che estendeva l’obbligo di visto di conformità anche per fruizione diretta del superbonus e per l’utilizzo con cessione del credito e sconto in fattura per le altre agevolazioni. In vista delle nuove regole, i crediti di imposta stanno per trasformarsi in una patata bollente. Se le nuove regole saranno convertite in legge, prima della loro entrata in vigore tutti gli operatori che non vogliono utilizzare i crediti di imposta in compensazione saranno interessati a cederli al più presto. Evitare la produzione di false fatturazioni che generano crediti di imposta, ceduti a loro volta a intermediari finanziari (e quindi così monetizzati), è l’obiettivo principale di questa operazione. Su questo non si può che essere in perfetta intesa, resta però il pericolo che una limitazione del genere possa compromettere l’intera ripresa di un settore. La politica sulla casa è stata molto apprezzata, perché la stessa, nel vissuto degli italiani, non è solo un bene immobiliare, ma assume un significato ben più profondo. Poter effettuare, grazie allo Stato, lavori di miglioramento, altrimenti non realizzabili, è stato per molte persone un segnale davvero positivo, in un momento reso complesso dall’emergenza sanitaria. Per questo auspico che vi sia una riflessione che conduca a non introdurre questa modifica nella versione definitiva del decreto. Potrebbe essere l’inizio della fine delle politiche economiche per gli interventi sulla casa”.

La Conferenza regionale dei Commercialisti siciliani, quindi, preoccupata di questa pericolosa limitazione, ha proposto una modifica volta a ripristinare la circolazione dei crediti fiscali tra gli operatori bancari e gli intermediari finanziari. Infatti la proposta dei Commercialisti siciliani prevede la possibilità di cessione del credito, oltre la prima volta, soltanto fra Intermediari finanziari iscritti nell’elenco 106 e Banche, che essendo soggetti a vigilanza delle autorità, ne assicurano in ogni caso la tracciabilità escludendo la possibilità di frodi.

Anche Confartigianato Sicilia dice no al limite di una sola cessione per il credito d’imposta sui bonus edilizi. Anche la federazione regionale scende in campo, sposando la posizione della Confederazione, per denunciare le preoccupazioni rispetto alle nuove disposizioni contenute nel Decreto Sostegni-ter, già approvato dal Consiglio dei Ministri.

Le continue modifiche degli ultimi mesi, delle norme sull’uso dei crediti fiscali per i bonus edilizia, stanno mettendo a rischio uno dei principali strumenti di ripresa economica. Con l’intento di evitare le frodi nell’utilizzo dei bonus edilizia, si danneggiano tutti gli imprenditori, penalizzando le imprese che lavorano seriamente e cercano di pianificare le loro attività su basi certe.

“Così facendo – dice Giuseppe Pezzati, presidente di Confartigianato Sicilia – si rallentano le operazioni di acquisto dei crediti, soprattutto da parte degli operatori finanziari. E si finisce per bloccare l’utilizzo dei bonus edilizia e il rilancio del settore. Non possiamo ritenerci soddisfatti. Affatto. Le aziende si troveranno senza liquidità e con debiti, dopo aver preso commesse e impegni. Il nostro è un grido di allarme, oltre che di amarezza, rispetto a una decisione che determina un blocco dei benefici che stavamo iniziando a raccogliere per il rilancio della nostra economia”.

Confartigianato nazionale ha chiesto al Presidente del Consiglio un intervento urgente per definire in modo chiaro e stabile il quadro di riferimento normativo degli incentivi in materia di edilizia, e di procedere con lo stralcio dell’articolo 28 del DL Sostegni ter e di modificarlo per rendere possibile almeno due cessioni dei crediti fiscali e, in ogni caso, cessioni plurime nei confronti di soggetti istituzionali (banche, assicurazioni e soggetti iscritto all’albo degli intermediari finanziari).

Il credito, infatti, già a partire dal 7 febbraio potrà essere ceduto una sola volta sia da parte dei beneficiari della detrazione, sia da parte dei fornitori che praticano lo sconto in fattura o ricevono il credito. A reclamare maggiore stabilità nelle norme che regolano la materia del bonus edilizia, anche le categorie del settore Costruzioni.


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