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Cade dopo 17 anni la prescrizione, via alle condanne a 112 anni

Caduto il reato associativo in primo grado, la Corte d'Appello ha derubricato lo spaccio per quantità e qualità in fatto di lieve entità (ai sensi dell'art.73 comma 5 Dpr 309/90) e in quanto tale prescritto, sentenziando il non doversi procedere

Dopo quasi 17 anni dalla commissione dei reati, la Corte di Appello di Catania dichiara il non doversi procedere per prescrizione: si tratta dell’operazione “Barber shop” in cui la Direzione distrettuale antimafia di Catania, che coordinò le indagini affidate alla Squadra mobile, di Ragusa ipotizzò a Vittoria, nel Ragusano, la presenza di gruppi criminali collegati tra loro e dediti allo spaccio di cocaina e hashish. Caduto il reato associativo in primo grado, la Corte d’Appello ha derubricato lo spaccio per quantità e qualità in fatto di lieve entità (ai sensi dell’art.73 comma 5 Dpr 309/90) e in quanto tale prescritto, sentenziando il non doversi procedere.

L’operazione, che risale agli anni 2007/2008, prese il nome di “Barber shop” perché gravitava attorno a una sala da barba di Vittoria. A maggio del 2019 il Tribunale di Ragusa condannò 14 persone a 112 anni complessivi di carcere e multe per oltre mezzo milione di euro per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti ma ritenendo non sussistente il reato associativo. Il collegio difensivo in Appello era composto dagli avvocati Matteo Anzalone, Vito Di Stefano, Daniele Drago, Santino Garufi, Gianluca Gulino, Enrico Platania e Daniele Scrofani, Santi Terranova. Prescritti in Appello i reati e le condanne comminate in primo grado a Donato Ballarò, (in primo grado 8 anni e 40.000 euro di multa in continuazione con altra pena); Mirko Ballarò (in primo grado 2 anni in continuazione con altra pena); Nunzio Barrera (in primo grado 7 anni e 40.000 euro); Francesco Campione (in primo grado 13 anni e 4 mesi e 60.000 euro di multa); Claudio Cicciarella (in primo grado 14 anni 6 mesi e 65.000 euro di multa); Orazio Cicciarella (in primo grado 14 anni e 6 mesi e 65.000 euro); Andrea Di Stefano (in primo grado 13 anni e 4 mesi con 60.000 euro di multa); Giovanni Drago (in primo grado 3 anni e 10.000 euro in continuazione con altra pena); Antonio Rocchetta (in primo grado 14 anni e 6 mesi con rideterminazione di una pena precedente oltre a 65.000 euro di multa); Roberto Sallemi (in primo grado 9 anni e 6 mesi con 50.000 euro); Benedetto Salvino (in primo grado 3 anni e 6 mesi in continuazione con altra pena inflitta e 10.000 euro multa); Marco Virgadavola (in primo grado 6 anni e 6 mesi con 35.000 euro di multa); Luca Faranda Gancio (in primo grado 1 anno e 2.500 euro); Emanuele Militti (in primo grado 2 anni e 4.000 euro con rideterminazione di altra pena precedentemente inflitta). Inapplicate anche le recidive e revocate le pene accessorie.


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