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Caporalato, nasce a Ragusa il primo centro per le vittime

Per una piena operatività si stanno concludendo le procedure per l’affidamento della gestione ma i lavori sulla struttura sono stati completati, arredi e allestimenti sono pronti

Il primo centro per uomini vittime del caporalato, è pronto per accogliere i primi ospiti. Si trova a Ragusa in contrada Genisi. Per una piena operatività si stanno concludendo le procedure per l’affidamento della gestione ma i lavori sulla struttura sono stati completati, arredi e allestimenti sono pronti. “E’stato forse il primo progetto che abbiamo gestito tutto on line, partito quando c’era il lock down per il Covid -, dice l’assessore ai Lavori pubblici e vicesindaco del Comune di Ragusa, Gianni Giuffrida – e che nasce dalla sottoscrizione di un protocollo di intesa con la Prefettura di Ragusa con la quale anche il nostro comune si è impegnato nel contrasto al caporalato”. I lavori hanno beneficiato di un finanziamento nazionale – Pon Legalità, Fesr Fse 2014-2020 asse 7 azione 7.1.2 – dell’importo di 587.453,50 euro; spesi complessivamente per i lavori, 513.994,01 euro, con una economia di 73.659,49 euro. L’immobile, già esistente, è una scuola rurale, alla periferia di Ragusa, con un piccolo appezzamento di terreno attorno. I lavori che hanno riguardato la struttura, hanno portato alle demolizioni interne delle tramezzature, la sostituzione di infissi, porte, massetti e pavimentazione, rivestimento a cappotto, coibentazione e impermeabilizzazione del terrazzo, e poi le nuove tramezzature e la sistemazione degli spazi esterni compresi tutti gli impianti tecnologici e le porte e gli infissi esterni. Era il 3 dicembre del 2019 quando è stato sottoscritto il protocollo che è stato promosso dall’allora prefetto di Ragusa, Filippina Cocuzza. Nel Ragusano si sono attivati diversi comuni per proporre iniziative in seno al Pon Legalità aggiudicandosi finanziamenti per circa 9 milioni di euro complessivi. La provincia di Ragusa rientrava tra le aree particolarmente interessate dal fenomeno del caporalato, e richiedeva interventi prioritari, finalizzati al superamento di situazioni di degrado, marginalità sociale e volte alla prevenzione dell’insorgere di problematiche di ordine pubblico; il territorio dal punto di vista agricolo è caratterizzato da coltivazione in serra di lungo periodo con fenomeni connessi al cosiddetto caporalato e con una elevata presenza di lavoratori stranieri. Il centro di contrada Genisi è una ex scuola rurale; per anni è stata data in comodato d’uso a un’associazione che si occupava di sostenere “gli ultimi”.

Poi la scelta dell’Amministrazione di riprendere in mano la struttura ormai fatiscente e darle una nuova vita, partendo dal protocollo di intesa con la Prefettura. ll progetto è stato presentato dal comune di Ragusa ad aprile del 2020, in pieno lock down, e a settembre dello stesso anno è stato decretato il finanziamento da parte del Ministero dell’Interno. Poi la progettazione esecutiva e l’affidamento dei lavori che è avvenuto con procedura negoziata – secondo le norme del periodo emergenziale volte a favorire gli investimenti pubblici -; massimo venti operatori commerciali individuati tramite una manifestazione di interesse con il criterio del prezzo più basso e 240 giorni per completare i lavori che sono stati aggiudicati all’impresa Co.Ant. s.r.l. di Mussomeli. Due grandi stanze per dormire, una sala comune, un’aula dove sarà possibile effettuare altre attività, una cucina, la lavanderia e due bagni. Arrivate tutte le forniture che verranno trasferite al centro quando diventerà pienamente operativo. Ogni posto letto con suo armadio personale e un comodino, e le attrezzature per tutte le aree comuni. C’è un impianto di video sorveglianza perimetrale attivo. “Al momento si è in fase di affidamento della gestione – spiega l’assessora Elvira Adamo che ha le deleghe alle Politiche per l’inclusione, Sevizi sociali e Pari opportunità -. Potranno accedervi dieci uomini, vittime di caporalato; la permanenza prevista non dovrà superare i tre mesi e nel frattempo, si lavorerà per favorire inserimento lavorativo e abitativo. Abbiamo stabilito dei servizi che inquadrano la gestione ma contiamo sulla coprogettazione che premierà, tra chi è in possesso dei requisiti richiesti, la proposta più innovativa e articolata. L’intenzione è quella che non sia una struttura solo di transito, come potrebbe apparire, ma un reale punto di partenza per queste persone che si sono liberate o si stanno liberando dalla schiavitù subdola del caporalato”.


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