Nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania, i finanzieri del comando provinciale di Catania della Guardia di finanza hanno dato esecuzione a un’ordinanza con cui il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale etneo ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di tre indagati, ritenuti responsabili di sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa su prodotti energetici.
L’indagine, condotta dalle unità specializzate del Gruppo Tutela Finanza Pubblica del Nucleo Pef di Catania della Guardia di finanza, con la collaborazione di funzionari dell’Ufficio Antifrode dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli della DT7 Sicilia di Palermo, trae origine da un controllo effettuato sulla qualità del prodotto petrolifero scaricato in un distributore stradale della provincia etnea, a seguito del quale è stata riscontrata la non conformità dei campioni prelevati per l’altissimo contenuto di zolfo.
I successivi approfondimenti investigativi avrebbero permesso, nell’attuale stato del procedimento, in cui non si è pienamente realizzato il contraddittorio con le parti, di ricostruire il meccanismo di frode che sarebbe stato posto in essere dagli indagati Giuseppe Adornetto (classe ‘87), Vincenzo Salvatore Adornetto (classe ‘59) e Claudio Iacono (classe ‘57).
Nel dettaglio, i finanzieri del Nucleo Pef di Catania hanno riscontrato che gli Adornetto, a vario titolo amministratori e legali rappresentanti delle società di autotrasporto Gi.Sa. Autotrasporti Srl e LP Transport Srls, aventi la stessa sede operativa sita nella zona industriale di Catania, con l’ausilio di Iacono, già dipendente di quest’ultima con mansioni di autista, avrebbero sfruttato i trasporti di prodotti energetici eseguiti per conto degli ignari committenti per prelevare di volta in volta dalle autobotti migliaia di litri di carburante, sostituendoli con analoghi quantitativi di olii esausti di scarsa qualità.
Tali operazioni sarebbero state effettuate mediante soste temporanee dell’autocisterna nella sede societaria della LP Transport, prima di riprendere la marcia verso l’effettivo destinatario, il quale, ignaro della miscelazione, avrebbe ricevuto un prodotto qualitativamente non conforme e, pertanto, non idoneo all’utilizzo per uso autotrazione.
Il carburante prelevato dagli indagati sarebbe stato successivamente destinato sia al rifornimento degli automezzi aziendali sia all’abusiva vendita al dettaglio nei confronti di privati mediante la predisposizione all’interno della sede societaria della LP Transport di una vera e propria stazione di servizio abusiva per il rifornimento dei mezzi.
A riscontro delle evidenze investigative, raccolte anche mediante attività tecniche e servizi di osservazione, sono stati effettuati mirati controlli subito dopo le presunte operazioni di manipolazione del prodotto trasportato, al cui esito sono stati denunciate alla Procura di Catania 5 persone e sottoposti a sequestro circa 53mila litri di carburante “miscelato”, 5mila litri di olii lubrificanti esausti, 2 autocisterne e l’apparecchiatura per l’erogazione clandestina del prodotto.
Nel corso degli interventi, sono stati, in particolare, prelevati dei campioni, tempestivamente analizzati con l’aiuto del laboratorio analisi dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, che avrebbero confermato la non conformità dei prodotti trasportati per effetto dell’illecita miscelazione.
Alla luce del complessivo quadro indiziario raccolto dal Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Catania, con la collaborazione dell’Ufficio Antifrode dell’Adm di
Palermo, il Giudice per le indagini preliminari – su richiesta di questo Ufficio – ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti degli indagati, ritenuti responsabili di sottrazione fraudolenta all’accertamento o al pagamento delle accise sugli oli minerali, aggravato dall’aver commesso il fatto su una quantità di prodotto energetico superiore a 2.000 kg.
L’attività si inserisce nel più ampio quadro delle azioni svolte da questa Procura, dalla Guardia di finanza e dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli a tutela della finanza pubblica, con lo svolgimento di articolate operazioni sul territorio non solo volte a contrastare le più insidiose forme di frode fiscale che ledono gli interessi finanziari dello Stato, ma anche a verificare il corretto funzionamento degli impianti di distribuzione e la qualità dei prodotti petroliferi a
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni