Evasi e ripresi immediatamente due minori detenuti del Malaspina di Palermo. È accaduto ieri pomeriggio, verso le 17.30, quando, riferisce il segretario generale della Uilpa Sicilia, Gioacchino Veneziano, i due detenuti, un italiano e uno straniero, in carcere per reati contro il patrimonio e spaccio di droga, sono riusciti a evadere dai cortili passeggi che immettono su via Cilea, anche grazie alla collaborazione di un altro detenuto.
Prontamente, aggiunge il sindacalista, “il poco personale di Polizia Penitenziaria in servizio unitamente ad altri colleghi liberi dal servizio“, li hanno ripresi dopo poco meno di due ore nei pressi della stazione Notarbartolo. “È l’ulteriore prova che il carcere minorile di Palermo come avevamo segnalato la settimana scorsa ha punti nevralgici deboli bisognevoli di innalzamenti dei sistemi di sicurezza“, conclude.
Plauso anche del Sappe al personale dell’Istituto penale per minorenni di Palermo che ha saputo gestire con fermezza e professionalità la situazione evitando che i detenuti potessero sparire nel nulla definitivamente.
Per Donato Capece, segretario generale del sindacato, “è sintomatico che negli ultimi dieci anni ci sia stata un’impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15% negli anni ’90 sono passati oggi ad essere quasi 20mila. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d’origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia’. Il dato oggettivo è però un altro: le espulsioni di detenuti stranieri dall’Italia sono state fino ad oggi assai contenute, oserei dire impercettibili”. Per questo, il leader del Sappe “auspica in un celere intervento di questo Governo sulle continue aggressioni al personale oramai all’ordine del giorno”. E si rivolge in particolare al Capo del Dipartimento per la Giustizia minorile e di Comunità Antonio Sangermano: “Al Capo Dipartimento Sangermano rinnoviamo l’invito ad incontrare il Sappe per affrontare i temi che sono nella sua delega, cioè i detenuti, malati psichiatrici, riorganizzazione istituti, media sicurezza. Ma chiediamo anche l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”. Per questo, il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria non esclude clamorose forme di protesta dei poliziotti: “perché ormai il tempo delle interlocuzioni è finito: in questi ultimi anni ci siamo recati in ogni istituto di pena del Paese, per adulti e minori, abbiamo pazientemente ascoltato il personale, abbiamo scritto e riscritto alle varie Autorità competenti, ma ci rendiamo conto che chi di dovere non ha ancora intrapreso le iniziative che abbiamo richiesto e che ci aspettavamo”.
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