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Caro gasolio, Liparoto: “Intervengano governo nazionale e Regione Siciliana”

“Questa nostra dipendenza nei confronti del petrolio è superiore alla media, con impatti più pesanti in termini di costi delle imprese e di spesa delle famiglie"

“L’aumento del costo dei carburanti e delle materie prime ad esso correlate stanno amplificando le difficoltà che limitano fortemente le capacità competitive delle aziende agricole siciliane. Sono problemi che necessitano di interventi immediati da parte del governo nazionale e regionale come l’azzeramento delle accise e la sterilizzazione dell’iva sul carburante agricolo e strutturali capaci di sostenere il recupero di competitività delle aziende nei mercati”. Lo dichiara Elisabetta Liparoto, responsabile regionale Pari Opportunità della DC Nuova.

“Auspico che quanto detto ieri dal ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, venga attuato in breve termine. Il ministro ha riferito che sono stati stanziati ulteriori 20 milioni di euro in favore delle imprese della pesca e dell’acquacoltura, mediante sovvenzioni dirette agli operatori del comparto a fronte del caro energia. Non vorrei – continua – che tutto ciò si perdesse nei meandri della solita burocrazia. Bisogna fare presto: urge mettere un tetto ai prezzi di benzina e diesel e togliere le accise. Solo così possiamo sostenere i consorzi e le associazioni che promuovono e valorizzano i nostri prodotti tipici agroalimentari. Bloccare l’aumento continuo dei costi dei prodotti alimentari deve avere la priorità da parte dei politici perché come sappiamo tutti il caro vita si ripercuote nelle tasche di tutti”.

“È sotto gli occhi di tutti che il caro gasolio sta producendo effetti drammatici sia per le imprese che per i lavoratori ed è necessario, pertanto, porre attenzione al dramma sociale che potrebbe scaturire da questa situazione, considerando che – prosegue – il trend negativo dell’economia italiana e l’aumento vertiginoso del prezzo del petrolio, che ha fatto lievitare enormemente i costi di produzione, stanno mettendo in ginocchio il settore agricolo, la pesca e le imprese, determinando un ulteriore calo dei redditi. I provvedimenti del governo nazionale messi in campo per fronteggiare il caro petrolio devono trovare soluzioni immediate”.

“L’agricoltura che per il rialzo vertiginoso del prezzo del greggio paga un prezzo doppio: il costo del carburante che alimenta le macchine agricole e quello indiretto sull’aumento del costo delle materie prime derivate del petrolio, tra cui antiparassitari, concimi e plastiche di copertura. Il caro gasolio ferma anche i pescherecci italiani, i quali – prosegue – chiedono aiuti concreti di fronte alla corsa inarrestabile del prezzo del carburante, raddoppiato nel giro di pochi mesi, che sta mettendo a dura prova l’attività dei pescatori già provati dalle norme europee per la riduzione dello sforzo di pesca che riducono sempre più le giornate in mare. Tutte le economie industriali e le famiglie dipendono fortemente dal petrolio, per il proprio fabbisogno energetico”.

“Questa nostra dipendenza nei confronti del petrolio è superiore alla media, con impatti più pesanti in termini di costi delle imprese e di spesa delle famiglie. L’escalation dei prezzi internazionali del greggio, sembra divenuta inarrestabile anche a causa del conflitto bellico tra Russia e Ucraina. Ecco perché – conclude – la questione va posta immediatamente all’attenzione dei Governi regionali e nazionale”.


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