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Caso Saguto, via alla requisitoria. Il Procuratore Generale: “Non è un processo all’antimafia”

Sotto processo è l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo Silvana Saguto e altri undici imputati accusati di aver fatto parte del suo “cerchio magico”

Al via questa mattina davanti la Corte d’Appello di Caltanissetta, la requisitoria del Procuratore Generale Lia Sava nell’ambito del processo sul cosiddetto “Sistema Saguto.

“Al di là di qualsiasi suggestione mediatica questo processo ha un’origine complessa”, ha detto il Pg in apertura della sua requisitoria, ricordando che “le indagini non sono scaturite da nessun input giornalistico, ma da un’inchiesta della Dda di Caltanissetta che nel 2014 indagava su una nota concessionaria di auto di Gela. E’ la procura di Palermo che avvia delle intercettazioni per una sospetta attività estorsiva e noi doverosamente avviamo quelle indagini”.

Sotto processo è l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo Silvana Saguto e altri undici imputati accusati di aver fatto parte del suo “cerchio magico”.

L’ex magistrato, condannata in primo grado ad 8 anni e 6 mesi, radiata dalla magistratura, avrebbe gestito in modo clientelare, in cambio di denaro, favori e regali, le nomine degli amministratori giudiziari dei patrimoni sequestrati e confiscati a Cosa nostra. A sostenere l’accusa il procuratore generale Lia Sava e i sostituti Lucia Brescia, Antonino Patti e la pm Claudia Pasciuti, applicata al processo.

“E’ stato un processo doloroso non solo per le parti civili ma anche per chi ha svolto delle indagini. Dolore lancinante. Per la procura era come avere un coltello senza manico: ci siamo feriti anche noi. Vi assicuro che non è un processo all’antimafia”.

E’ quanto ha affermato il procuratore generale Lia Sava, in apertura della requisitoria, davanti la Corte d’Appello di Caltanissetta, del processo che si celebra nei confronti dell’ex presidente della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo Silvana Saguto e di altri 11 imputati accusati di aver fatto parte del suo “cerchio magico” nella gestione dei beni sequestrati alla mafia. “Nulla a che vedere con un processo all’antimafia. Abbiamo fotografato un momento storico di quel momento esistenziale dei protagonisti. Abbiamo maneggiato con cura il materiale probatorio”.


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