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Catania, truffa da 1,8 milioni a un imprenditore lombardo: misure cautelari a falsi funzionari di banca

I due avrebbero sfruttato alcune complessità legate al funzionamento del sistema bancario di Paesi oltre confine per truffare il professionista, reimpiegando larga parte dei soldi nell’acquisto di un immobile di pregio

Nell’ambito di attività di indagine coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania, i Finanzieri del comando provinciale della Guardia di finanza di Catania hanno dato esecuzione a un decreto con cui il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania ha disposto misure cautelari reali nei confronti di 2 persone, indagate, a vario titolo, assieme a un’altra persona, per truffa aggravata, autoriciclaggio, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.

Gli approfondimenti condotti da unità specializzate del Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Catania hanno permesso di suffragare l’ipotesi investigativa, evidenziando come Alfio La Rosa, classe 1984 – già destinatario di misure cautelari personali nell’ambito di un altro procedimento penale per il reato di truffa e autoriciclaggio – e Giuseppe Privitera, classe 1986, avrebbero sfruttato alcune complessità legate al funzionamento del sistema bancario di Paesi oltre confine per sottrarre fraudolentemente a un professionista lombardo circa 1,8 milioni di euro, reimpiegandone successivamente larga parte nell’acquisto di un immobile di pregio.

Al professionista, entrato in contatto con Alfio La Rosa, per effetto del “blocco” dei fondi operato da un istituto di credito britannico sul conto corrente della società londinese di progettazione amministrata da lui, sarebbe stata prospettata dallo stesso La Rosa e da Privitera – presentato a sua volta quale sedicente funzionario della banca interessata, dotato di grande esperienza nell’attività di consulenza a favore di imprese italiane e straniere – la possibilità di una rapida soluzione.

A tal fine, gli indagati avrebbero in un secondo momento prospettato al professionista la necessità di un preliminare e temporaneo transito del denaro su un conto personale svizzero intestato a La Rosa, a cui sarebbe seguito il definitivo trasferimento a favore dell’interessato una volta acceso in territorio elvetico un nuovo conto corrente societario e attivata, sempre in tale Stato, una sede secondaria della società di progettazione.

Per tale prestazione l’interessato avrebbe dovuto versare la somma di 135mila euro, risultata poi essere stata effettivamente bonificata su un conto corrente fornito da Privitera, riconducibile alla “Fondazione vita e salute”, con sede a Catania, rappresentata legalmente da La Rosa.

Gli approfondimenti svolti dal Nucleo PEF di Catania – pur versando in una fase del procedimento, in cui non si è pienamente realizzato il contraddittorio con le parti – hanno permesso di appurare che gli indagati, ottenuto il trasferimento del denaro, pari a circa 1,65 milioni di euro, dal conto corrente inglese a quello personale di La Rosa in Svizzera, avrebbero rappresentato alla vittima difficoltà connesse all’attivazione di un nuovo vincolo, questa volta da parte dell’istituto di credito elvetico per “presunto riciclaggio di denaro”, accompagnato dall’avvio di specifici approfondimenti che avrebbero avuto una durata di circa 90 giorni.

In realtà, è stato riscontrato che, nello stesso periodo del presunto “blocco” dei fondi, Alfio La Rosa avrebbe reimpiegato, all’insaputa dell’interessato, larga parte della provvista, pari a 1,15 milioni di euro, per l’acquisto di un immobile di pregio in provincia di Catania, intestandolo fittiziamente a una società di diritto maltese, formalmente rappresentata da una persona compiacente.

Sulla base delle risultanze delle indagini coordinate da questo Ufficio ed eseguite dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catania, il GIP del locale Tribunale ha disposto:

  • il sequestro preventivo, nei confronti di Alfio La Rosa e Giuseppe Privitera, delle somme giacenti sul conto corrente della “Fondazione vita e salute”, sino a concorrenza di 135mila euro, nonché dell’immobile oggetto di compravendita;
  • la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini nei confronti, oltre che di La Rosa e Privitera, ritenuti a vario titolo responsabili di truffa aggravata, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, anche del rappresentante legale della società maltese, formale intestataria dell’immobile acquistato, ritenuto responsabile di riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.

L’attività in parola si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte da questa Procura e dalla Guardia di Finanza di Catania per la tutela del risparmio privato e dell’integrità del sistema economico-finanziario attraverso il contrasto delle manifestazioni criminali più insidiose, dirette a depauperare fraudolentemente il patrimonio dei cittadini e a inquinare l’economia legale con capitali di provenienza illecita.


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